E’ in uscita il volume collettivo Umanità a perdere. Sindemie e resistenze curato dall’Osservatorio Repressione di Roma e dentro cui troverete anche un nostro contributo dal titolo Crisi pandemia e capitalismo della sorveglianza: è il frutto degli ultimi due anni di approfondimenti e iniziative sul tema, di cui abbiamo iniziato a occuparci poco tempo prima che la pandemia Covid-19 comportasse un’accelerazione netta a un processo già in corso; in particolare, il sogno della digitalizzazione (e computazione) totale e l’accumulazione tramite nuove catene del valore fondate su “tracce di dati e comportamenti” – con inevitabili risvolti sul piano della sorveglianza e del condizionamento individuale e di massa. Riportiamo di seguito la presentazione del volume preparata dall’Osservatorio.
In attesa delle prossime presentazioni, il libro è possibile richiederlo inviando una mail a info@osservatoriorepressione.info; per Milano e dintorni potete scrivere direttamente al nostro indirizzo offtopic@autoproduzioni.net – Prezzo di copertina 10 euro.
“Siamo dentro un inferno neoliberista che in questo momento storico, segnato da una immane paura, ha reso ben visibili i tratti di un domani già scritto accelerando processi autoriali e sicuritari in atto. Alla paura e all’incertezza di futuro la risposta è più sicurezza, più controllo, più repressione“.
È dal 2007 – anno di costituzione – che l’Osservatorio sulla Repressione promuove e coordina studi, ricerche, dibattiti e seminari, sui temi della repressione, della legislazione speciale, della situazione carceraria in Italia come nei contesti europeo e internazionale.
Grazie a un’informazione quotidiana il sito, le pagine facebook e twitter i canali telegram e youtube nel corso degli anni, hanno raggiunto un numero medio giornaliero di più di trentamila visitatori.
La collana editoriale nasce per andare oltre il quotidiano, per analizzare e comprendere, con adeguati strumenti di analisi e percorsi condivisi, dove sta andando il mondo a partire dal nostro punto di osservazione e azione.
Vorremmo far partire un esperimento di analisi e riflessione collettiva che si componga di suggestioni e idee per entrare a gamba tesa in una battaglia culturale e politica di portata epocale con tutte le ricadute in termini di azioni concrete e immediatamente politiche.
L’Osservatorio è dunque per noi un luogo dove accanto alla denuncia e alla controinformazione, possano trovare accoglienza idee e riflessioni finalizzate alla costruzione di un “cassetta degli attrezzi” per generare pratica condivisa di conflitto politico e sociale, per contribuire a trasformare la realtà, confrontandosi con la riconfigurazione dei dispositivi di repressione e con le sue ragioni storiche.
Un luogo per ascoltare, accogliere, dar voce e saper interpretare anche le idee, le proposte e le visoni di futuro che dai conflitti irrompono nella società. Materiali di puro servizio, quali prontuari di autodifesa, come pure materiali di approfondimento e di dibattito, di maggior impegno analitico, di ricerca. Due conseguenti e diverse collane editoriali.
La scelta ci pare utile e coerente con la storia dello spazio di cooperazione politica e solidale che siamo sempre stati, chiamando a un lavoro collettivo le forze e le figure che continuano a muovere una critica organica e organizzare la resistenza alle dottrine e alle pratiche dello stato di sicurezza, per di onderla e di onderne la consapevolezza politica. Quanto più sarà estesa e quali- ficata la partecipazione e la costruzione di percorsi unitari di denuncia, analisi e ricerca, tanto più il nostro la- voro avrà ragione di continuare ad esistere.
Prende avvio così questa collana editoriale con Umanità a perdere. Sindemia e resistenze, risultato di un percorso collettivo, iniziato nel novembre scorso con Salvatore Palidda, Claudio Dionesalvi, Antonio Mazzeo, Alessandra del portale ECORnetwork.it e Luca del laboratorio politico OffTopic. A loro abbiamo chiesto di raccontare, descrivere da un lato quanto la pandemia fosse l’occasione per accelerare, processi di controllo sicuritario politico e sociale e dall’altro le pratiche di resistenza.
Salvatore Palidda, già docente di sociologia all’Università degli Studi di Genova, ci conduce nell’inferno dei nostri tempi con La guerra alle migrazioni nel Ventunesimo secolo; Claudio Dionesalvi, mediattivista, insegnante di Lettere nella scuola media, con La scuola ibernata ci racconta come l’impatto delle misure adottate per prevenire il contagio è stato devastante sulla paideia ed ha finito per disumanizzare la scuola; Antonio Mazzeo, Peace-researcher, con Militarismo e militarizzazione intempi di pandemia ripercorre fatti e accadimenti di un’emergenza sanitaria, drammatica, reale, rappresentata e manipolata come un conflitto globale e totale onde assicurare centralizzazioni e autoritarismi decisionali, militarizzazioni dei territori e della sfera sociale, politica ed economica.
L’intervento di ECORrnetwork, un portale di approfondimento e informazione sull’aggressione del profitto contro i territori di tutto il mondo e sui movimenti di resistenza, documenta come i promotori delle attività di maggiore impatto sull’ambiente e sulle comunità hanno approfittando della situazione creata dalla pandemia per espandersi e riorganizzarsi.
Infine con Crisi pandemica e capitalismo della sorveglianza, il laboratorio politico Off Topic analizza come la pandemica sia stata l’occasione per una crescita esponenziale della digitalizzazione dei nostri comportamenti e stili di vita ampliando a dismisura il potere di controllo delle big corporation sulle nostre vite.
Siamo dentro un inferno neoliberista che in momento storico, segnato da una immane paura, ha reso macroscopici tutti i segni di un futuro prescritto accelerando processi autoritari e sicuritari. Lo sviluppo capitalistico mostra il suo volto e le conseguenze sui destini di tutti gli esseri viventi del pianeta. Alla paura e all’incertezza di futuro la risposta è maggior sicurezza, controllo e repressione.
Il vocabolo pandemia è entrato prepotentemente nella nostra vita, ma da solo non basta a spiegare quello che stiamo vivendo, è solo un effetto.
Trenta anni fa l’antropologo medico americano, Merril Singer, coniò il sillogismo sindemia come: «l’insieme di problemi di salute, ambientali, sociali ed economici prodotti dall’interazione sinergica di una o più malattie trasmissibili, caratterizzata da ripercussioni sulle fasce di popolazione più svantaggiate».
Più in generale si può affermare che la sindemia è la relazione che esiste tra una pandemia e le condizioni ambientali, socio-economiche, politiche, il livello di istruzione, la povertà, il riscaldamento globale, il problema della perdita di lavoro, che hanno ripercussioni devastanti sulle fasce di popolazione più svantaggiate di cui ancora non si vedono tutti gli e etti, anche nei ter- mini della perdita di vite umane.
È la logica dei dominanti che presuppone un eccesso di umanità di cui si può fare a meno. Bastano alcuni esempi. L’uso dei brevetti sui vaccini a discapito dei paesi più poveri scegliendo consapevolmente di salvaguardare i paesi ricchi e le loro capacità di produrre, consumare e depredare di materie prime i paesi ai quali i vaccini sono negati, se poi si muore nelle strade come in India o Brasile poco importa. Le politiche verso una umanità migrante ridotta in schiavitù la cui unica possibilità è sopravvivere nelle traversate del deserto, nei lager libici e al mare.
Infine, ma non da ultimo, il tentativo di portare a compimento la sussunzione della vita intera e dell’intera cooperazione sociale alla produzione del valore stesso a livello globale.
Ecco allora crescere la quantità chi è parte di una Umanità a perdere espulsa e confinata nelle periferie delle nostre città come in tutti i sud del mondo.
NB. Gli interventi pubblicati sono stati redatti al 31 marzo 2021.