TRacCe è un catalogo visuale che raccoglie 3323 immagini satellitari scattate durante le stagioni sciistiche dal 2016 al 2023 che hanno come soggetto 29 stazioni sciistiche della Lombardia nelle quali la maggior parte delle piste insistono su quote inferiori ai 2000 metri. Le immagini, messe a sistema in una narrazione corale, raccontano l'impatto ambientale dei comprensori ed hanno l'obiettivo di creare uno spazio di dibattito e contronarrazione dell'attuale sistema turistico invernale incentrato quasi esclusivamente sulla monocultura dello sci da discesa resa possibile dall'innevamento artificiale.
Il manto nevoso sull’arco alpino non è mai stato così effimero come nell’ultimo secolo, le motivazioni sono molteplici e complesse, ma sicuramente l'aumento globale delle temperature causato dall’uomo sta giocando un ruolo decisivo. L’inverno 2023/2024 è stato il più caldo registrato in Italia e la stagione invernale 2024/2025 è iniziata con l’ennesimo record di deficit idrico, -67%, legato alle scarse precipitazioni nevose. Nonostante ciò il turismo invernale segna record di introiti trainato dal turismo straniero, e molte località sciistiche tra dicembre 2024 e gennaio 2025 sono sold out. Più infrastrutture ricettive (di lusso), nuovi impianti sciistici e innevamento artificiale: un modello di business che non accenna a cambiare, ma che continua ad essere tenuto in vita da continui finanziamenti pubblici. A rafforzare e accelerare questo modello si inseriscono le Olimpiadi Milano-Cortina 2026: vendute come “le più sostenibili di sempre”, in realtà ricalcano un modello anacronistico, predatorio e basato su pratiche estrattive, dove la città pubblica viene svenduta ai privati e la montagna diventa una fabbrica del divertimento per ricchi.
Lancio collezione Neve 2023 di Giorgio Armani.
La montagna è un ecosistema fragile, la nostra principale riserva d’acqua, un patrimonio di culture e biodiversità insostituibili. Un degli arbusti più diffusi sulle nostre montagne è il ginepro comune: particolarmente resistente a freddo e vento, cresce lentamente, longevo, si adatta quindi anche a quote superiori ai 2000 metri. Durante l’inverno la pianta passa un periodo più o meno lungo coperta dal manto nevoso che influisce sulla sua velocità di crescita.
Analisi degli anelli annuali del ginepro.
Una recente ricerca attraverso la dendrocronologia (ovvero l’analisi degli anelli di accrescimento annuo delle piante) dei fusti del ginepro su quote intorno ai 2000 metri, ha rilevato come, negli ultimi 600 anni, il manto nevoso sia diminuito sensibilmente. In particolare nell’ultimo secolo, la copertura nevosa è diminuita di circa 35 giorni nell’arco della stagione invernale. Risultati simili anche da un’altra ricerca dove viene evidenziato che nel versante Sud alpino (quello italiano), nelle quote inferiori ai 2000 metri, il fenomeno della diminuzione dello spessore della neve e il ridursi della sua durata è estremamente rilevante: la lunghezza della stagione innevata è diminuita di circa un mese. Anche se a livello meteorologico episodi nevosi estremi sono comunque possibili a livello climatico il trend è tristemente chiaro.
La risposta alla mancanza di neve è quella della neve artificiale, di installare nuovi e più potenti cannoni sparaneve. Il costo non è solo a livello energetico ma anche ambientale: per creare neve serve acqua che viene captata da fiumi o bacini naturali e se non basta vengono costruiti bacini artificiali andando a devastare territori già fragili. Il 90% delle piste in Italia richiedono innevato artificialmente che corrisponde ad un consumo annuo stimato di 96.840.000 di m³ di acqua.
Innevamento artificiale ai Piani di Bobbio inverno 2024/2025.
Al culmine di una crisi idrica senza precedenti, il 2023 ha visto la prima grande mobilitazione diffusa dalle Alpi agli Appennini contro la opere nocive: per “reimmaginare l’inverno”, in diversi territori sono nati comitati per proporre un nuovo approccio alla montagna in inverno e per opporsi alla costruzione di nuovi impianti a fune, bacini per l’innevamento artificiale e altri interventi di ampliamento e collegamento tra comprensori sciistici esistenti. Secondo il report Neve Diversa 2024 in Lombardia ci sono 26 impianti dismessi, 6 temporaneamente chiusi, 4 che aprono o chiudono a seconda della stagione e 11 sottoposti ad “accanimento terapeutico” ovvero che sopravvivono grazie ad ingenti finanziamenti pubblici. I numeri sono in salita ogni anno che passa.
L’immaginario visivo dello sci alpino è velocemente cambiato negli ultimi decenni, dai candidi paesaggi innevati di montagna pronte ad accogliere i primi turisti di massa e le competizioni sportive, allo scenario post-apocalittico delle olimpiadi invernali di Pechino 2022 durante le quali venne usata solo neve artificiale, alle surreali stazioni sciistiche al chiuso in pieno deserto a Dubai, fino ai progetti fantascientifici dei Giochi invernali Asiatici del 2029 che si terranno nella località di Trojena in Arabia Saudita.
Sulle nostre Alpi le desolate strisce di neve fiancheggiate dal manto erboso diventano TRacCe parte dell’immaginario dello sci contemporaneo che sottendono tutta l’assurdità di un modello insostenibile dal punto di vista economico ed ambientale. La raccolta in un catalogo digitale delle immagini satellitari, che raccontano visivamente questa trasformazione, ha come obiettivo quello di dare voce ad ogni singola immagine all'interno di una narrazione visiva corale dove possa crearsi uno spazio di dibattito e contronarrazione all’immaginario dell'attuale sistema turistico invernale incentrato quasi esclusivamente sulla monocultura dello sci da discesa resa possibile dall'innevamento artificiale. Attraverso la raccolta, l'esplorazione, l'ordinamento, il filtraggio delle singole immagini, possiamo riassemblare nuove immagini per provare a immaginare un futuro diverso.
Aprica
Bormio
Piani di Bobbio
Il tempo delle mediazioni è finito. Gli scienziati ci dicono che l’ultimo turista sugli sci
arriverà nel 2040. Eppure si continuano a costruire nuovi impianti di risalita, a scavare
bacini per l’innevamento artificiale, a devastare versanti per inutili collegamenti tra comprensori.
A un anno dall’apertura dei Giochi di Milano-Cortina 2026, A.P.E. lancia un appello per una mobilitazione diffusa in montagna che attraversi l’intero arco alpino e la dorsale appenninica per domenica 9
febbraio 2025.
Il Comitato Insostenibili Olimpiadi (C.I.O.) è una rete di realtà dello sport popolare, collettività politiche di spazi occupati,
collettività che si occupano delle trasformazioni della città, soggetti e gruppi che frequentano
la montagna da una certa prospettiva, reti e organizzazioni di intervento politico, sociale
ed ecologico. Lo scopo è quello di contestare l’operazione Milano-Cortina 2026 consapevolə
che la questione delle Olimpiadi Invernali 2026 è evidentemente complessa e tocca una molteplicità
di aspetti
Il Grande Gioco è un film collettivo nato da una rete di attivistə e composto da filmmakers, lavoratorə, ricercatorə e studentə universitariə che racconta l'esperienza di lotta contro le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 e le sue ricadute ambiantali, politiche e sociali sui territori. È un modo di fare cinema che parte dal basso, che ci vede allo stesso tempo “partecipanti” e narratori, e che per questo necessita di una presenza costante sul territorio e di un continuo processo di riflessione e confronto con la realtà rappresentata.
I dati utilizzati per la realizzazione di TRacCe sono stati acquisiti da tre principali fonti: OpenStreetMap e OpenSkiMap per i dati geografici e le statistiche delle stazioni sciistiche e il progetto Copernicus per le immagini satellitari.
Il primo passo è stato scaricare i dati geografici delle stazioni sciistiche da OpenStreetMap tramite il servizio API overpass turbo.
Successivamente i dati sono stati arrichiti con i dati provenienti da OpenSkiMap. I metadati aggiuntivi contengono informazioni statistiche su piste e impianti di risalita per ogni stazione sciistica. I dati sono accessibili sia tramite un sistema interno di API che tramite dei dump dei dati.
Una volta individuate le aree di interesse, sono state scaricate le immagini satellitari create dai satelliti Sentinel tramite il servizio API di Copernicus. È stata richiesta un'immagine per ogni settimana per i mesi della stagione invernale (novembre-aprile) con una copertura nuvolosa massima del 30% dal 2016 al 2024. In particolare sono stati utilizzati i dati dal Sentinel-2 L2A.
Altre informazioni statistiche, come la percentuale di km di piste sotto i 2000 metri, sono state calcolate internamente. Le immagini satellitari nel periodo estivo sono state scaricate tramite le API per immagini statiche di Mapbox, mentre le curve di livello sono ottenute tramite MapTiler.
La font PicNic è stata creata da Mariel Nils ed è scaricabile dal sito della collettiva Velvetyne.
Tutti i dati utilizzati sono scaricabili e riutilizzabili dalle pagine delle stazioni sciistiche in formato JSON, è anche possibile scaricare le singole immagini satellitari.
Un progetto realizzato dal Laboratorio politico Off Topic - offtopic@autoproduzioni.net