Il diritto alla città pubblica.

Lo scorso 17 ottobre siamo stati ospiti di una giornata dedicata al Diritto alla Città. Il nostro contributo (qui in originale) sarà pubblicato nel catalogo del mese del MACRO.

Il diritto alla città pubblica.

Da Lefebvre ad Harvey con raccomandata di ritorno: il caso Milano.

Il primo elemento d’interesse del Diritto alla città è legato all’opportunità, che questa chiave interpretativa del fatto urbano offre, di chiarire un equivoco senza tempo: gli attivisti, i gruppi, le coalizioni sociali che si battono nell’arena cittadina non hanno velleità di muovere “contro” la città, piuttosto dentro un perimetro definito da densità di azioni, relazioni e contraddizioni. Dunque all’interno di questa cornice teorica anche la lotta politica, nel suo riconoscere la presenza di vita all’ombra di architetture e sottoservizi, assume il valore di una dichiarazione d’affetto per quegli spazi che, attraverso la produzione di vita e l’esercizio della prossimità, assumono il tenore di luoghi.

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Il diritto alla città pubblica

Il prossimo mercoledì 17 ottobre saremo ospiti al Macro di Roma, in occasione di:

Diritto alla città #1  | città pubblica vs città privata

Il 17 ottobre, nella giornata mondiale contro la povertà, il Macro Asilo con la collaborazione di artisti, ricercatori, economisti, giuristi, sociologi, antropologi, architetti, amministratori, movimenti intende costruire un momento di incontro e riflessione sul tema delle disuguaglianze sociali così come si manifestano in seno alla città neoliberale.  Leggi tutto “Il diritto alla città pubblica”

#19O: tornare ad avere un peso politico

Non è stata una sfilata, né una passeggiata: è stato un corteo compatto, duro e deciso, in cui il corpo militante si è felicemente sciolto nella grande varietà ed eterogeneità dei percorsi e delle lotte presenti in piazza. La due giorni di mobilitazione nazionale non è stata una testimonianza, ma una precisa dichiarazione di protesta e di rappresentanza: precari, disoccupati, immigrati, comitati e movimenti per la casa e di difesa territoriale (No Tav, No Muos, No Expo e le sigle minori); il sindacalismo di base e parte di quel mondo del lavoro operaio tradito dai confederali (in prima fila, l’Ilva).

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50, 80 o 100 mila in piazza sabato, importa fino ad un certo punto (sebbene i numeri abbiano ampiamente superato le previsioni più ottimistiche della vigilia): i percorsi presenti che hanno gridato la propria rabbia e la propria storia, incontrandosi e rimanendo compatti cordone dopo cordone, anche nei momenti di maggiore tensione, a significato della propria volontà di organizzazione, non erano riconducibili alla sola galassia dell’antagonismo e dei centri sociali: erano una parte attiva, ma estesa, di popolazione che ha accettato di raccogliersi su parole d’ordine radicali e di sfidare il terrorismo mediatico e politico dei giorni precedenti. Leggi tutto “#19O: tornare ad avere un peso politico”