Lotte territoriali dentro e contro l’evento totale

Il 16 novembre i territori sotto attacco di questo paese si sono mossi in direzione contraria rispetto a chi li governa, in opposizione a coloro che li vorrebbero ridurre a mero spazio da “valorizzare” economicamente. La politica del cemento, del debito e della speculazione ha sede nei diversi territori ma oramai è sempre più evidente il legame che le unisce all’interno di un fronte che sempre più reclama un modello economico e sociale differente da quello che si vorrebbe far rinascere attraverso una “ripresa” che non avverrà mai.Contro il Tav, contro il biocidio, contro la frode dell’housing sociale, contro Expo e le sue inutili grandi opere. Questi sono stati gli assi su cui la giornata del 16 si è sviluppata. In maniera per noi sorprendente, come abbiamo potuto notare al Parco Trenno dove centinaia di cittadini contrari alla cementificazione di una parte del parco hanno prima svolto una pubblica assemblea poi sono entrari nella zona996961_741533259193565_1924649104_n

recintata dove, fra circa due settimane, le ruspe di Maltauro devasteranno il verde conquistato dagli abitanti del quartiere. Ovviamente la vicenda non è presente fra le notizie di giornata dei media mainstream, impegnati a glorificare Expo2015 come volano attraverso cui tutto viene giustificato, dagli appalti concessi a società in passato sotto processo per implicazioni con associazioni mafiose (fra cui la Maltauro stessa) al consumo acritico di suolo alla corsa sconsiderata al mattone alla voragine che sta aprendo nei conti pubblici degli enti locali coinvolti, oltre che ad offrire un supporto a quel sentimento di unità nazionale esemplificato dalla grande coalizione attraverso cui i poteri forti sperano di portare a termine le tanto agognate riforme strutturali, una sorta di soluzione finale rivolta al conflitto sociale. Leggi tutto “Lotte territoriali dentro e contro l’evento totale”

Questa via d’acqua non s’ha da fare..

I colori dell’autunno sono già vivaci, sugli alberi del Parco di Trenno, quando in un giorno di ottobre, come funghi, sui suoi prati spuntano le prime cantierizzazioni per quella che dovrà diventare la Via d’Acqua per Expo2015. Inaspettata e inattesa per molti (non per chi come noi denuncia da mesi inutilità, costi e devastazioni dell’opera – vedi qui gli approfondimenti del caso:

Quartieri impermeabili alla via d’acqua | ExpoPolis | Glossario sulla via d’acqua | Sole 24ore

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La comparsa delle recinzioni provoca l’immediata reazione degli abitanti della zona e dei numerosi milanesi che abitualmente passano le loro giornate sui prati del Parco Trenno, tra partite a pallone, pic nic, relax e passeggio. Come già accaduto al Parco Cave e al q.re Gallaratese, per il Parco Pertini, non si capisce perché si debba distruggere aree verdi apprezzate e vissute da migliaia di persone ogni anno, per realizzare un canale di cui pochi sanno senso e dettagli. Leggi tutto “Questa via d’acqua non s’ha da fare..”

L’eccellenza nell’era della città vetrina | vol.2

Lo Spazio Forma

Nel frattempo altri pezzi di città, prevalentemente di proprietà pubblica, attendono la scure della legge di stabilità, o meglio la sua declinazione a livello territoriale. Così un palazzo di proprietà ATM, società messa alle strette dai tagli drastici del Comune di Milano, diventa il secondo caso metropolitano scottante: la chiusura di Spazio Forma. La notizia è stata comunicata giovedì 17 Ottobre durante una conferenza stampa presso i ben noti locali in Piazza Tito Lucrezio Caro, da Roberto Koch, presidente di Fondazione Forma: la nuova sede diverrà l’Open Care in Via G.B. Piranesi 10. Nei nuovi locali verranno ospitati gli uffici, gli archivi affidati alla gestione della Fondazione, tra cui quello di Gianni Berengo Gardin, una libreria ed una sola parete dedicata all’esposizione di fotografie.

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L’arcinoto Spazio Forma è (presto utilizzeremo il passato) un luogo nel suo genere unico a livello nazionale: l’unico spazio dedicato interamente alla fotografia, l’arte dell’era della riproducibilità tecnica che da sempre soffre complessi d’inferiorità rispetto alle altre discipline artistiche ma che nel Novecento si è imposta come forma d’arte autonoma. Anche se in questa città se non sei un fotografo di moda ormai sei uno sfigato e se invece lo sei la precarietà non ti abbandonerà fino a che non entri quanto meno nel limbo delle star (non più di una ventina di posti a sedere). Leggi tutto “L’eccellenza nell’era della città vetrina | vol.2”

VideoReport del sabato dei #Ribelli

Nella città in cui negli anni ’90 i Ligresti e i Zunino dominavano, aleggia oggi una desolante nebbia chiamata crisi: il mattone e le sue (passate) certezze imperversano più fragili nella metropoli, si consuma suolo ma il vuoto abitativo cresce. Expo2015 è l’acceleratore di politiche imperniate tanto sul cemento quanto sul debito (pubblico..ma Fonsai insegna anche alcuni privati non rideranno) e la precarietà (lavoro, servizi, modi di vita). Milano è il laboratorio a cielo aperto di queste politiche cdi estrazione del valore da tutto ciò che cammina, respira, esiste. La valorizzazione del suolo e la finanziarizzazione del sociale marciano di pari passo per estrarre ricchezza da popolazioni indisponibili a cedere al ricatto dell’austerity.

Abbiamo attraversato il 12 ottobre, giornata nazionale e di lotta diffusa contro le devastazioni che dalla Val Susa a Niscemi colpiscono abitanti e territori, come spazio di ricomposizione e confronto tra battaglie locali per la difesa di parchi e verde urbano. Leggi tutto “VideoReport del sabato dei #Ribelli”