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SCANDAGLIO è un progetto di ricerca e di sperimentazione di linguaggi che si occupa della città di Milano. Il territorio e le sue nocività, le economie circolari, la mobilità e il transito, l’eredità del grande-evento Expo 2015, gli scali ferroviari e il PGT, non sono che alcuni dei temi su cui ci cimenteremo.

Milano è da sempre l’oggetto preferito delle ambizioni immobiliari italiane. Non importa quale sia la giunta, non conta il sindaco, a prescindere dal governo. L’importante è costruire. O meglio, l’importante è attivare quel processo, quella filiera, direbbero alcuni, che prima demolisce e poi (forse) bonifica; quindi scava e movimenta terra, per poi iniziare a costruire, recintare e alla fine, ma non sempre, tentare di vendere.

Milano misura il suo cambiamento lungo la linea del suo skyline. Chi ha il grattacielo più alto? I vuoti devono essere riempiti, le piazze devono essere arredate, la circolazione fluidificata. Una composizione sociale inadeguata al gioco del rinnovamento urbano, alla nuova città smart, non è accettabile. La creazione di simboli, di brand business-oriented, ha soppiantato la città della vita quotidiana, a misura di uomo e di donna, di bambino e di anziano. La smart city non ha tempo da perdere e non investe sui soggetti deboli. La metropoli esclusiva è una città escludente: con la faccia pulita e l’aspetto pettinato punta ad espellere chi non sta al suo passo, pronta a nascondere sotto al tappeto ogni forma di diversità o di dissenso.

Ma è proprio questa città, quella che non si uniforma, quella che non si esalta con l’ottimismo monocolore di Expo, quella che non accetta il ricatto della vita in vetrina, è la città che vogliamo indagare. Vogliamo cercare di capire com’è fatta questa città “minore”.

Immaginiamo una città diversa. Vorremmo condividere, con chi vuole, lo strumento dell’inchiesta, perché niente è diffuso quanto i saperi, nulla è forte e bello come lottare insieme ad altri, e non c’è nulla di più divertente del raccontarsi storie e immaginare insieme ad altri il mondo che vorremmo.

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