Nella metropoli Milanese, dal centro ai quartieri popolari, fino a tutta l’area metropolitana e dell’hinterland, una finanza spietata distrugge spazi di libertà, solidarietà cultura e socialità, interessata soltanto ad una città vetrina buona da vendere per l’Expo indipendentemente da bisogni e desideri di chi la abita. (qui e qui il 4pag completo da scaricare)
I territori vengono lasciati in balìa di speculatori, palazzinari ed affaristi, mentre i potenti restano ben chiusi nei palazzi e si distingue per la totale assenza di politiche di risposta alla crisi, capace solo di proporre ricette di austerity e precarietà, utili a favorire impoverimento generalizzato e un deserto sociale e culturale vuoto di alternativa.
Migliaia di persone senza casa e migliaia di case senza persone, i quartieri popolari cadono a pezzi, interi edifici lasciati in balia di un vuoto di abbandono e degrado, mentre vengono innalzati colossi di vetro destinati a rimanere perlopiù scheletri inaccessibili alla stragrande maggioranza delle persone, vuoti ma utili a giustificare sfratti e sgomberi. D’altra parte mancano spazi e case per chi ne ha bisogno, ma si spesso si trovano occasioni a canone agevolato per qualche covo nero, qualche pericoloso razzista e fascista, ignorante braccio della loro programmatica guerra tra poveri.
La nostra risposta è costruire un territorio differente, di resistenza e di solidarietà attiva, di mutuo soccorso. Riprenderci tutto ciò che ci spetta, dalle case agli spazi, dallo sfitto alle piazze, è la strada da percorrere. Perciò L’autogestione e la proposta degli spazi sociali e di alternativa culturale è l’unica opzione valida.
Per questo motivo è essenziale: moltiplicare e difendere gli spazi liberati, sostenere chi si batte contro ogni sfratto e sgombero aprire spazi di libertà di movimento.
In perfetta linea con una “gestione del dissenso” che in tempi di crisi e austerity mostra il suo volto più becero in tutto il mondo ogni volta che le retoriche di dialogo e democrazia decadono, i nostri governanti, le giunte del territorio di Milano e dell’hinterland, sperano di liberarsi di chi lotta per la riappropriazione e per un territorio differente di autorganizzazione con cariche, sgomberi, sfratti, arresti e denunce. Vorrebbero minare la libertà di movimento.
Inutile è il loro proposito: qui siamo e qui restiamo.