Durante i lunghi mesi della quarantena e del lockdown, quando non sembravamo avere alternativa a ridurre la nostra comunicazione e le nostre vite ai canali e i linguaggi decisi della Big Tech e dai signori della Silicon Valley, abbiamo lanciato la campagna/appello Non lasciamoci disassembrare: strumenti e non solo per resistere alla sorveglianza e alla vendita dei nostri doppi digitali. Mai come durante l’emergenza sanitaria abbiamo sperimentato la presunta inevitabilità del futuro digitale; una pandemia globale, la prima di fatto dell’era della complessità e della rivoluzione digitale, ha comportato l’accelerazione delle forme di società-a-distanza attraverso le uniche infrastrutture possibili con, da un lato, il loro correlato ideologico e culturale e, dall’altro, l’ingresso forzato nei nuovi meccanismi di accumulazione informativa alla base di quella di capitali e ricchezze.
Quello che abbiamo cercato di dire, osservando il presente stretto e richiamandoci a chi studia e critica da più tempo di noi i fenomeni di digitalizzazione e accelerazione forzata, è che se la pandemia è un contesto d’eccezione, le forme del capitalismo della sorveglianza sono invece sempre più parte del ciclo di riproduzione sociale e della nostra stessa vita. La critica all’utilizzo politico della tecnologia e alla cultura che questa tecnologia rappresenta è, ancora una volta e come già in altri momenti della storia, è una questione politica e pienamente parte di qualunque progetto di liberazione sociale.
In attesa di un bilancio di questi mesi, sperando di fare cosa utile per i movimenti, le nostre compagne e compagni e la società deprivata e subalterna all’economia del tracciamento, profilazione, esproprio di identità e libertà di scelta – la sorveglianza, in ultima istanza – abbiamo messo insieme i pezzi e realizzato un piccolo e-book di quanto elaborato durante la campagna: buon lettura e buona lotta.