Dentro le grandi piattaforme di intrattenimento (Netflix, Amazon Prime e da poco anche Disney +) batte un cuore di big data in grado di profilare non solo i nostri gusti, ma anche di avere un’idea sempre più chiara di chi siamo, di cosa ci piace, di quali sono le nostre idee e le nostre abitudini. Intrattenimento in cambio di informazioni: dietro questo scambio apparentemente innocuo si nasconde il solito evidente problema della tutela non solo della privacy ma della libertà di decisione e azione nell’economia digitale.
Inoltre, se lo scopo degli algoritmi di Netflix & co a breve termine è quello di consigliarci il film giusto da guardare, nel lungo – attraverso l’analisi dei gusti individuali e la mappatura di tutte le nicchie di mercato – è quello, da un lato, di decidere cosa produrre e distribuire, accentrando produzione e distribuzione nelle mani di pochissime grandi aziende (ancora di più di quanto avviene oggi); dall’altro di determinare cosa vorremo guardare, non solo dentro Netflix e Amazon Prime, ma rispetto alla lunga filiera dell’entarteinment online, a cui vengono ceduti e venduti le informazioni su desideri e preferenze, spacchettate a seconda della tipologia. Sono i cosiddetti “mezzi di modifica del comportamento”.
C’è poi un problema che ha a che fare con la politica dello sguardo. Il consumo sempre più diffuso di questo genere di intrattenimento e la capacità di analisi dei dati crea una “netflixitation dello sguardo”: se sono gli algoritmi a decidere in modo sempre più efficiente come una storia deve essere raccontata, come deve finire, a che punto deve morire il cattivo – o persino come una sequenza deve essere ripresa – si ottiene una omologazione dei contenuti a cui corrisponde un’omologazione del pensiero (come per Spotify, dove l’analisi ossessiva degli ascolti incoraggia i produttori a dare al pubblico ciò che si aspetta invece di provare strade nuove – la perfetta antitesi del concetto di creatività).
Infine, bisogna considerare le sempre più raffinate tecniche di economie di scopo che le piattaforme dello streaming a pagamento stanno sperimentando e sviluppando: dopo aver iniziato proprio Netflix con programmi per bambini, ha implementato l’offerta per adulti con l’episodio interattivo Bandersnatch della serie Black Mirror, dove l’infrastruttura dell’interazione e della scelta produce inevitabilmente reazioni emotive, commenti, modelli algoritmici di azioni e reazioni che lasciano dietro di sé tracce riutilizzabili e rivendibili.
Per resistere all’appropriazione capziosa dei nostri dati e dei nostri occhi in questi tempi di quarantena, abbiamo preparato una piccola lista nella pillola visual seguita da un elenco più completo, che cerca di dare voce alla pluralità di linguaggi, forme artistiche e distribuzione, e che ciascuno può arricchire come crede. Oggi vi proponiamo la prima parte:
Anarchist Film Archive: collezione crescente di quasi 1000 film, documentari, interviste, interviste, conferenze e brevi video difficili da trovare – tutti con temi anarchici o libertari di educazione, giustizia, resistenza – e liberazione. https://christiebooks.co.uk/anarchist-film-archive/
Snagfilms: Film filantropici e spettacoli televisivi online. Oltre 2.000 film, episodi di telefilm, documentari Snagfilms.com
Open Culture: un catalogo di oltre 1150 film fra classici, noir, documentari gratuiti http://www.openculture.com/2011/09/three_anti-films_by_andy_warhol.html
Archivio digitale Filarmonica di Berlino: fino al 31 marzo, ci si può registrare con il codice BERLINPHIL al sito che consentirà l’accesso gratuito a tutti i concerti e documentari nell’archivio per un periodo di 30 giorni. https://www.digitalconcerthall.com/en/home
Idfa: il più importante festival di documentario europeo mette a disposizione parte del suo archivio storico https://www.idfa.nl/en/info/watch-films-online
Home Movies: documentazione audiovisiva inedita, privata e personale, che costituisce un ampio e prezioso giacimento visivo per la storia italiana del Novecento https://homemovies.it/
Rom Archive: archivio artistico e documentario sulla cultura Romanì (contiene documentari, foto, musica) https://www.romarchive.eu
Le altre pillole:
0. La presentazione della campagna
1. Chat, video e streaming liberi
2. Educazione e didattica digitale
4. Scrivere, archiviare, lavorare a distanza