Non intendiamo camminare sul filo del Rasoio

Il fallimento della Im.Co., la società di Ligresti responsabile del cantiere, è datato 14 giugno 2012. Un anno fa. Tuttavia quella del Rasoio, così è stato soprannominato l’ecomostro che incombe sui giardini di via Confalonieri, è una storia di stop and go senza fine: storia di sequestri, indagini finanziarie e false partenze.

rasoio

Il progetto originario, siamo alla fine degli anni ’80, prevedeva l’edificazione di una palazzina di dieci o più piani, ad uso ufficio. Presto Milano Assicurazioni avrebbe optato per farne la propria sede. Il Rasoio è ancora oggi noto come ex-Palazzo Milano Assicurazioni. Nel corso degli anni novanta si sviluppa la trimurti dei progetti di “riqualificazione” di tutta l’area circostante: Porta Nuova, Varesine, Isola-Garibaldi. Archiviata l’ipotesi di fare dell’area la nuova cittadella della moda, tramonta anche il cambio di destinazione d’uso per la fetta di giardino ad est della storica Stecca degli Artigiani.
Showroom o centro commerciale? Residenziale o incubatore dei progetti secondari che vengono a cadere all’ombra del boeriano bosco verticale? I 12 mila metri quadrati del Rasoio a balconata continua, divisi su dodici piani, pare trasformarsi nel primo parcheggio-grattacielo del centro città. Se ne sentiva proprio il bisogno sul fazzoletto di terra che ospitava l’ultimo giardino pubblico dell’area, nell’area meglio servita da metropolitane in tutto il paese. Così, a distanza di vent’anni dalle aspirazioni verticali che gli diedero i natali, il Rasoio è oggi una grigia struttura abbandonata di cemento armato che incombe, a viscere aperte, come un’ipoteca sull’opportunità di portare a termine l’operazione immobiliare complessiva del nuovo centro città.

A breve verrà aperta l’asta fallimentare per la struttura ed il Comune punta a mediare per ottenere un buon prezzo (oggi si parla di una svalutazione paragonabile ai 3/4 del prezzo i posizionamento iniziale) e trasformare nuovamente la destinazione d’uso per farne case, alcune delle quali, “a basso prezzo”. Una vaga definizione vaga quella di “basso prezzo”, che ammicca all’housing e si tiene alla larga da un’investimento sulla nuova edilizia popolare, senza offrire garanzia alcuna sul senso e l’attualità di un’operazione di recupero in corner piuttosto che all’ipoesi di abbattimento.

Il fallimento del Rasoio rischia poi di tagliare le gambe al vicino Bosco Verticale per cui già si rincorrono le voci di una richiesta di concordato preventivo che potrebbe arrivare a brevissimo. Il contenzioso tra la società costruttrice ZH (che si pensa vicina al fallimento) e l’immobiliare proprietaria Hines, prosegue acceso. Una seconda ipotesi è che la Colombo Costruzioni subentri nel giro di alcune settimane per portare a termine il cantiere, ma la partita sul futuro di questo angolo di quartiere (che solo fino a pochi anni fa ospitava il Bosco di Gioia) pare tanto aperta quanto fosca.

Dal Piano Terra del quartiere Isola osserviamo sgretolarsi, con preoccupazione, rabbia e speranza, la metamorfosi di questa idea loro di città.

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