Profilo Facebook di Pierfrancesco Maran
5 giugno 2018
In Via Noe una nuova residenza universitaria con servizi per il quartiere
Questa mattina ho visitato il cantiere della nuova residenza universitaria che aprirà a gennaio 2020 in Via Noe.
E’ l’edificio chiuso da alcuni anni ex Faes, a fianco alla Chiesa, e una volta aperto ospiterà oltre 100 studenti.
Non è una struttura convenzionata, quindi i prezzi sono di mercato, ma per noi è una strategia importante far emergere il sommerso e garantire agli studenti, anche a prezzi di mercato, strutture a loro dedicate.
Una delle cose interessanti è che il cortile verrà in buona parte convertito a verde e aperto alla cittadinanza sia con una caffetteria sia con spazi di workshop. Penso che questo possa aiutare a rivitalizzare quel sistema di vie tra il Bar Basso e Piazza Leonardo dove oggi gli elementi attrattivi da questo punto di vista son pochi, aiutando quindi anche gli esercizi commerciali limitrofi.
I proponenti son gli stessi del progetto sui navigli (l’edificio che aveva sopra la maxi antenna) di cui abbiamo parlato in un post anche qui qualche settimana fa.
In giornata troverete maggiori dettagli anche su UrbanFile che ha visitato il cantiere con me.
Questo il post che l’Assessore Maran pubblicava su Facebook il 5 giugno.
Quello che poteva essere uno dei tanti (tantissimi) interventi di un Assessore molto (moltissimo) presente sui social, potrebbe diventare un simpatico caso di comunicazione confusa. O forse ingannevole.
Partiamo dall’inizio.
Il FAES è una struttura scolastica privata che si rifà esplicitamente a Escrivà de Balaguer, sacerdote spagnolo, fondatore dell’Opus Dei, profondamente compromesso con il regime fascista del generale Franco (e questo lo dicono i franchisti). Il FAES è tra le più retrograde scuole milanesi, basti pensare che educano i bambini secondo i principi della differenza di genere. L’edificio del FAES di via Nöe ospitava, fino a qualche anno fa, una scuola d’infanzia, molto cattolica, molto conservatrice e soprattutto molto cara. Da quando la scuola è chiusa l’edificio è rimasto inutilizzato. Ora il FAES ha deciso di rimetterlo a reddito, e di trasformarlo in una residenza per studenti.
Ed ecco che il 5 giugno l’Assessore avverte il bisogno di raccontarci la cosa, su Facebook, come se fosse opera sua. Ma a tutti gli effetti si tratta di una iniziativa privata, promossa da un privato (il Committente FAES tramite Ricerca 14 s.r.l.) e realizzata da una normale impresa di costruzioni (Mangiavacchi Pedercini S.p.A., la stessa che sta realizzando il grande intervento di via Ampère).
Ci fa piacere che Maran sia informato, ci lusinga che ci avvisi due mesi e mezzo dopo averlo saputo (il permesso di costruire è del 28 marzo). Ma in effetti non doveva neppure affaticarsi. E’ un affare privato. Come quando ristrutturiamo il bagno o rifacciamo la facciata.
Invece non è cosi. L’Assessore si premura di sottolineare che non sarà un struttura convenzionata, e che i prezzi saranno quelli di mercato. Poi però, con poca trasparenza, mescola le acque aggiungendo che la nuova costruzione rappresenta una strategia importante che farà emergere il sommerso. L’amministrazione comunale si compiace di una nuova residenza non convenzionata, gestita in forma privata da un soggetto decisamente di destra. Camere a 6÷700 euro al mese, che non creeranno disturbo al “fiorente mercato” degli alloggi per studenti.
Porte spalancate quindi al privato, che questa volta di sociale non ha davvero nulla.
E solo dichiarazioni retoriche sull’emersione del sommerso, visto che i nuovi alloggi non intaccheranno la dinamica dei prezzi.
In pratica una vera propria inversione di ruoli.
Dopo mesi di insinuazioni, nei confronti di chi difendeva Città Studi, ed accuse, gratuite e infondate, di difendere privilegi (leggi affitti in nero imposti a studenti sfruttati) ora risulta chiaro che il più attento a non turbare il mercato, cioè a voler mantenere prezzi elevati, sia proprio il “pubblico”, nella persona di un componente della Giunta. Che ormai nei fatti è più privata del privato, e che si conferma più sensibile ai meccanismi della rendita che non alla difesa dei soggetti deboli.
Ma non c’è solo questo. L’Assessore si rivela anche, per l’ennesima volta, retorico e ambiguo.
Come più volte accaduto negli ultimi anni, da un lato aderisce con convinzione allo spostamento dell’Università Statale nelle aree di Expo. Dall’altro si compiace della nuova residenza per studenti che verrà realizzata in Città Studi.
Una specie di excusatio non petita. Il messaggio tradotto è il seguente: Cari cittadini, sposteremo le facoltà scientifiche della Statale, ma la “vocazione universitaria” della zona verrà mantenuta con belle residenze per studenti.
Allora ci viene voglia di rilanciare con una proposta ancora più stuzzicante.
Perché accontentarsi delle tariffe di mercato? Perché rinunciare a maggiori profitti? Perché non sostenere una sana selezione sociale?
Chiediamo che FAES affitti a prezzi triplicati rispetto al mercato. Camera doppia a 1.200 euro al mese. Singola a partire da 1.800.
Otterremo così una magnifica selezione all’ingresso: in Città Studi verranno solo ragazze e ragazzi provenienti dalle famiglie più ricche, non ci saranno in giro né poveracci né straccioni, e nemmeno i figli della classe media, così banali.
E avremo finalmente una città per pochi eletti.
Off Topic (Milano, 12 giugno 2018)
P.S. Sarebbe anche interessante capire che idea di città ha in testa questa Amministrazione, se per identificare una porzione del Municipio 3 deve ricorrere a espressioni tipo “tra il Bar Basso e Piazza Leonardo”.