Benvenut_ a una nuova puntata di Fuori Fase: dalla storia – fallimentare – delle Conferenze ONU delle Parti per il Clima – le famose COP – alle lotte ecologiste radicali in Italia, passando per le giornate di contestazione alla pre-COP26 che iniziano proprio oggi a Milano: la capitale italiana del green(washing) e delle disuguaglianze sociali, dove l’evento assume un valore propagandistico e politico particolare svolgendosi nel weekend elettorale per le Comunali che annunciano vittorioso l’attuale sindaco-manager e il suo bipartisan “Beppe Sala consensus“.
Le musiche sono di Le Gros Ballon e il podcast è realizzato dal collettivo politico Offtopic. Ne parliamo con Emanuele Leonardi, sociologo e docente ricercatore, e il nodo milanese della rete nazionale di Ecologia Politica.
E’ possibile tracciare un parallelismo tra la logica di compensazione e mitigazione tramite il libero mercato del sistema COP e le politiche urbanistiche della giunta meneghina guidata dell’ex manager di Expo 2015. Con una domanda: ma questo modello di gestione dei cambiamenti climatici globali e dei danni ambientali a livello locale è davvero “fallimentare”? Come sempre, dipende dall’angolo (sociale e politico) di osservazione del fenomeno e dei suoi effetti: per il capitale, i big del fossile, i grossi fondi speculativi internazionali così come i padroni dell’immobiliare a Milano (che spesso coincidono), si tratta di un sistema vincente e tutt’altro che fallimentare; per la popolazione in particolare a reddito medio e basso, che ne subisce sulla propria pelle i danni, non solo un fallimento ma una beffa. Se malattie, aria avvelenata, carestie, crisi energetiche e migrazioni climatiche – così come caro-affitti e speculazione edilizia – sono “esternalità negative”, allora diventa vitale farle cambiare di campo e smontare il sistema che ne sta alla base.