Ieri, lun 25 giugno, è stata presentata al Paco Pertini la Via D’acqua. Il capriccio di una Milano navigabile di memoria morattiana è stato infatti riveduto e corretto dalla giunta Pisapia con un duplice scopo. Dal punto di vista funzionale la via d’acqua dovrebbe rispondere all’esigenza di aggiornare il sistema di regimazione delle acque del sistema Villoresi (irrigando al meglio l’area sud-ovest della cintura agricola milanese), d’altra parte l’unica e irripetibile occasione per accedere ai finanziamenti necessari è quella offerta da Expo2015, un postino che non suona due volte. Così lo scorrere delle “chiare fresche et dolci acque” del Villoresi, dovrebbe sopperire a quella diffusione sul territorio di Expo, che fin qui non si è data.
E’ in questa confusione di intenti, contesti territoriali, attori pubblici e privati che gli acquarelli di una Venezia in salsa ambrosiana sono sfumati completamente nel progetto del nuovo secondario Villoresi: un canale scoperto che dovrebbe tagliare la metropoli dal Parco delle Groane per gettarsi, dopo venti chilometri di percorso, nel Naviglio Grande. Alcuni appunti sul tema li abbiamo fissati su un glossario oggi un po’ datato ma che potete scaricare qui.
Torniamo alla giornata di ieri. Consiglio di Zona otto, Metropolitane Milanesi e Consorzio Villoresi hanno presentato ad una ventina di cittadini accorsi per l’occasione, le due ipotesi progettuali in campo. Sì, ma mica riferite al progetto nel suo complesso, ai suoi obiettivi e costi…le decine di carte che venivano visionate e passate confusamente di mano in mano, si riferivano esclusivamente alla forma che il tracciato avrebbe potuto avere all’interno del fazzoletto verde della Bonola. Riassumendo i contenuti della lunga chiacchierata:
1) la via d’acqua si farà perchè tanto Expo s’ha da fare, e dato che l’unica voce in capitolo l’abbiamo relativamente alla forma delle sue sponde, esprimiamoci noi venti così possiamo procedere. Per uno spazio di discussione più ampio sul progetto questa non è la sede, anzi, a ben vedere non c’è una sede
2) per tenere bassi i costi si fa un bel canale rapido “vecchia scuola” protetto, recintato e chiuso da siepi. Sponde a 45° ed il letto di un metro circa per la portata di 2,5m3 al sec. Invalicabile, al di sotto del manto stradale e comunque coperto quando all’occorrenza
3) solo in presenza di aree verdi (questo il piano A, l’opzione B che riporta al punto 2 è stata proposta solo per esser rigettata), il letto del canale viene ampliato a 5m ca. per permetterne la fruibilità controllata con sponde in parte attrezzate per comode sedute di cemento al sole (non è una barzelletta!) e zone dedicate alle diverse fasce d’età
4) dei costi (175 + 17,5 mln già stanziati per il progetto e la riqualificazione della Darsena) non si parla mai, più interessante è invece scoprire che tutta l’opera non avrà gestione pubblica ma sarà data in mano allo stesso consorzio Villoresi
E’ davvero tutto qui. La S.p.A. Metropolitante Milanesi scrive il progetto, il Consorzio Villoresi lo gestisce, il pubblico lo finanzia. La fruibilità sarà minima e relativa alle aree già verdi (la realizzazione dell’opera comporterà comunque l’abbattimento di centinaia di alberi, la cantierizzazione temporanea dei parchi e NON prevede il recupero di corsi d’acqua sotterranei oggi inutilizzati).
L’unico battello che solcherà la via d’acqua, in conclusione, è quello che traghetta giorno dopo giorno le risorse pubbliche per finanziare progetti ed interessi privati. Ogni riferimento ad esiti referendari e passate campagne elettorali è puramente dimenticato.