20 giugno 2020 | Palazzo Regione: perché commissariare non basta

Perché commissariare non basta: fermiamo l’assalto alla diligenza!
Perché commissariare i vertici della sanità lombarda non basta? Perché se a un politico incapace sostituisci un tecnico diligente questo si troverà comunque ad amministrare uno strumento incompleto, diseguale, feroce e selettivo come è oggi il sistema sanitario regionale.
Se vogliamo davvero non tornare alla normalità che ha solo peggiorato gli effetti dell’epidemia, dobbiamo pretendere che la Sanità torni a essere universale, gratuita, territoriale e capillare. 

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Vogliamo giustizia! – 20 giugno | ore 15 | sotto la Regione Lombardia!

“L’eccellenza lombarda ha retto, nonostante lo tsunami che ci ha travolto!”.
Questo il mantra che ci propinano, come vecchi dischi rotti, tutti coloro che vogliono difendere l’indifendibile.

Falso! Niente di più falso!

Chiunque abbia avuto un parente, un amico, un conoscente colpito dal Covid conosce l’insopportabile falsità di quest’affermazione.

In Lombardia c’è stato un numero enorme di morti dovuto all’epidemia: più di 16.000 quelli ufficialmente registrati, ma sappiamo che grossa parte dei decessi non sono stati conteggiati nelle stime ufficiali: si registra infatti un tasso di mortalità superiore ad ogni altra regione italiana.
Troppe famiglie hanno perso i propri cari senza la dignità dell’ultimo saluto.
Troppe persone sono state abbandonate in agonia nelle proprie case per essere ricoverate solo quando ormai la situazione era disperata.
Troppi medic* e lavorator* hanno combattuto da sol* senza alcuna tutela. Tropp* anzian* sono stati lasciat* perire nelle RSA.
Quanto dovremo aspettare per avere giustizia?

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Contesto urbano

Una giornata di approfondimento e confronto su strumenti e pratiche per decostruire il Modello Milano.

Milano capitale economica. Milano città globale. Milano porta d’Europa. Milano roccaforte (social) democratica.

Negli ultimi 4 anni abbiamo assistito all’intensificarsi di due processi paralleli e convergenti, iniziati nel decennio che ha portato ad Expo 2015 e che oggi paiono dominanti: la sempre più marcata stratificazione sociale e di accesso a quei servizi che la Milano della democrazia turbo-capitalista sembra promettere a tutti, ma che nella realtà si mostra ben diversa; il consolidarsi di una vera e propria ideologia (“milano-centrismo”), che ha portato la società civile a percepire la Città Metropolitana come l’eccellenza reale e “per tutti” in servizi, diritti, cultura a livello nazionale e a dare pieno consenso alla sua classe dirigente.

La classifica annuale stilata da Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita assegna in maniera indiscussa il primato al territorio meneghino, mettendo insieme qualità dell’aria e prezzo in crescita delle case al metro quadro, valore immobiliare e alto tasso di digitalizzazione, ignorando tuttavia la domanda fondamentale: chi usufruisce di questo sviluppo?

E i movimenti? E il conflitto? Pare essere a un tempo scomparso e impossibile, su ampia scala. Eppure tante crepe sono già aperte nella città-vetrina globale: smontarne retorica, tecnica e immaginario per trasformarle in brecce aperte sta a noi.


PROGRAMMA DELLA GIORNATA

h 9.00-9.45
Colazione e arrivo partecipanti

h 10.00-13.00
Workshop tematici (previsto un numero massimo di partecipanti: a breve vi comunicheremo come iscriversi)

1 – “Toxicity: come calcolare il livello di tossicità del territorio milanese”
2 – “Confini nell’urbano: DASPO, controllo, sicurezza”

h 13.00-14.30
Pausa pranzo

h 15.00-18.00
“La città ambigua: presente e futuro della metropoli tra decoro, sorveglianza, greenwashing”.

h 18.00-20.30
Chiacchiere e aperitivo


Assemblea Pubblica su Piazza D’Armi e cintura Ovest

Dopo la vittoria al Parco delle Cave un’altra buona notizia per la periferia Ovest.
La richiesta di vincolo paesaggistico per Piazza D’Armi e gli ex magazzini è un passo avanti ed una conferma che la mobilitazione fatta sin qui ha raggiunto un primo risultato ma non basta. L’abbandono è un rischio che ben conosciamo e non sarà uno strumento tecnico ma la politica a scongiurarlo. Per questo non dobbiamo fermarci, anche perché nuovi e vecchi appetiti minacciano altre aree del Farwest di Milano.

È tempo di confrontarsi e organizzarsi per rilanciare l’iniziativa!

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