L’affaire San Siro: farsa annunciata, danno per la città

Nell’autunno del 2019, quando il Covid era ancora sconosciuto, rispetto alla vicenda del progetto per il nuovo stadio di San Siro e abbattimento dell’attuale Meazza, mettevamo due punti fermi nel dibattito pubblico allora in corso:

  1. il quesito su quale fosse l’interesse pubblico per il nuovo progetto di stadio privato e annesse volumetrie su un’area in concessione;
  2. la convinzione che gli attori in campo stessero recitando un gioco delle parti con un finale già scritto.

Erano i tempi, ricordiamo, in cui da un lato Inter e Milan presentavano il loro progetto faraonico di stadio di proprietà con annesse volumetrie commerciali e ricettive doppie rispetto agli standard previsti dal Piano di Governo del Territorio di Milano, volumetrie necessarie per ripagare l’investimento miliardario, minacciando di portare altrove squadre e stadio (Santa Giulia, ex area Falck a Sesto San Giovanni) se fosse mancato l’appoggio del Comune al loro progetto; dall’altro il Sindaco Sala che si ergeva a paladino difensore dello storico impianto di San Siro e dei rispetti dei vincoli volumetrici previsti dal P.G.T., comunque alti (0,35 mq/mq) in una città che soffoca tra cemento, asfalto e aria nociva.

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E Milano cosa fa? | Ciclo di incontri sulle crepe della metropoli

Avviamo giovedì 28 ottobre un ciclo di incontri che, partendo dalla presentazione di 4 libri usciti recentemente, si concentrino a indagare le crepe della metropoli meneghina tra passato e presente. Riteniamo che ci sia ancora bisogno di continuare a discutere rispetto alle profonde disuguaglianze e storture di quello che abbiamo chiamato “Modello Milano” e che non è una questione di colore politico della giunta ma di classe dirigente e sistema socio-economico. E lo dobbiamo fare oggi più che mai, dopo che la sbornia del trionfo di Giuseppe Sala sembra aver confermato quel conformismo culturale e di orizzonti che domina ormai il capoluogo lombardo.

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E Milano cosa fa?

Come cambia Milano,
Luccicante latrina,
Un pozzo di petrolio
Che puzza di trielina.

E’ Milano che mangia
E non chiude la bocca
è Milano ubriaca
Di soldi e veleno
E nessuno più la tocca

Così cantava Gianfranco Manfredi, rispetto a una città che cambiava e passava da un sogno di rivolta forse impossibile a un conformismo arrivista dove, come ha scritto giusto ieri Lucia Tozzi, critica e consenso convergono. Una canzone d’annata, che parla di un cambiamento ormai consumato al giorno d’oggi, ma che in questi giorni conferma tutto il suo impianto ideologico, culturale, economico.

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!CLIMATE CAMP MILANO! 30 sett – 03 ott

Tra il 27 settembre e il 2 ottobre si terranno a Milano alcuni appuntamenti preparatori alla COP26 di Glasgow. In 27 anni di esistenza, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici non è mai riuscita a imporre un netto cambio di rotta in termini di emissioni climalteranti e contrasto alla crisi climatica. Di fronte ai limiti della Conferenza delle Parti, abbiamo deciso di costruire uno spazio alternativo alla Youth COP e alla Pre-COP milanesi, un Climate Camp che si terrà a Milano dal 30 settembre al 3 ottobre. Per questo invitiamo tutte le realtà impegnate nella lotta politica, ecologica, transfemminista e per la giustizia sociale a farne parte e a contribuire alla costruzione della Climate March che proponiamo a Milano il 2 ottobre 2021. Per la costruzione di questa mobilitazione invitiamo tutt* all’assemblea pubblica del 12 settembre della Climate Justice Platform.

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Fuori Fase – 09 – finanza, mattone e diritto all’abitare pt. 2

Benvenut_ a una nuova puntata: dalla Milano pre-pandemica – dove il Comune ha delegato le politiche abitative ai grandi operatori privati dell’immobiliare e dell’affitto breve, rispondendo più alla necessità di costruire e aumentare le volumetrie piuttosto che al diritto al tetto dei ceti deprivati – all’esplosione della crisi a causa del Covid-19, fino allo sciopero degli affitti come strumento di lotta per fermare il processo di finanziarizzazione e svuotamento dei quartieri.

Le musiche sono di Le Gros Ballon e il podcast è un’autoproduzione del collettivo Off Topic. Si ringraziano per gli interventi e i contributi Alice Boni (architetto, urbanista e ricercatrice), Ermanno Ronda (segretario generale del sindacato inquilini SICET) e Stefano Portelli (ricercatore associato all’Università di Leicester)

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