10.2 | h15 piazza Lodi | Corteo: dalla montagna alla città, Olimpiadi insostenibili

Dopo la partecipatissima assemblea di sabato 20 gennaio a Piano Terra, dove più di un centinaio di persone si sono ritrovate da mezza Italia per confrontarsi e discutere sulle iniziative, singole e comuni, di lotta, il Comitato Insostenibili Olimpiadi lancia per il 10 febbraio il corteo “Milano-Cortina 2026: dalla montagna alla città, Olimpiadi insostenibili” con partenza ore 15 da piazza Lodi a Milano.

Il 6 febbraio 2026 inizieranno le Olimpiadi Milano-Cortina, i Giochi invernali più insostenibili di sempre: a due anni dall’inaugurazione del mega-evento, diversi territori dell’Alta Italia si mobilitano in una settimana di iniziative per incepparne la macchina già in crisi per malagestione e denunciare danni ed effetti negativi cui sin da ora stiamo assistendo sui 400 km interessati di arco alpino e pianura. Abbiamo un’altra idea di città e montagna, liberiamo lo spazio urbano e le terre alte da privatizzazione ed estrattivismo.

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La nostro vita non è un gioco: appello nazionale alla mobilitazione diffusa contro le Olimpiadi Invernali 2026

Come anticipato nell’appello regionale, pubblichiamo di seguito quello nazionale sempre redatto dal CIO – Comitato Insostenibili Olimpiadi, rivolto a tutte le realtà che vivono e lottano nei territori direttamente interessati dalle devastazioni e infrastrutture in vista dei Giochi Olimpici Invernali del 2026 per organizzare iniziative e mobilitazioni diffuse nella settimana del 6 febbraio 2024, a due anni dall’inaugurazione del grande evento.

Le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, paradossalmente, stanno facendo acqua da tutte le parti. Lungo e per certi versi inutile sarebbe la lista degli sfregi, degli errori e delle meschinità che, nascondendosi dietro le solite bugie – sostenibilità, green, opportunità, lavoro  – stanno portando le nostre Regioni verso l’ennesimo fallimento da ogni punto di vista.

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La nostra vita non è un gioco. Per il diritto all’abitare la città oltre le Olimpiadi invernali 2026

Da diversi mesi si è costituito il CIO – Comitato Insostenibili Olimpiadi, animato anche da Off Topic. Pubblichiamo l’appello per una mobilitazione regionale a Milano, il prossimo 10 febbraio 2024, nella cornice di azioni e iniziative diffuse sui territori da svolgersi nella settimana in cui cadono i due anni dall’avvio delle Olimpiadi Invernali del 2026. All’interno, l’invito a una assemblea nazionale per sabato 20 gennaio dalle ore 15 a Piano Terra (via F. Confalonieri 3, Milano).

Il 6 febbraio 2026 prenderanno il via i Giochi Invernali Milano-Cortina 2026, un grande evento che coinvolge tutto l’arco alpino,  valicando i confini delle Regioni Lombardia e Veneto direttamente coinvolte, estendendosi anche alcune località in Trentino-Alto Adige (ma ci sono anche improbabili ipotesi di recupero degli impianti olimpici piemontesi del 2006 e di spostamenti in località di lusso come Saint Moritz in Svizzera) scendendo giù fino a Milano. In tutti i territori e località coinvolti è già evidente e in atto un impatto negativo in termini sociali e ambientali.

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La sciagura olimpica si rivela: extra-costi pubblici ed extra-profitti privati

Le notizie milanesi di ieri – +40% in più di costi per il PalaItalia a Santa Giulia, costi lievitati e dubbi sui tempi per la ristrutturazione del Palasharp – sono solo le ultime in termini di tempo riferite a impianti, opere e infrastrutture previste per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 dove si annunciano costi lievitati dal 30% al 50%, ritardi sui tempi, necessità di procedere con dispositivi d’emergenza. Dalla pista di bob a Cortina alle infrastrutture viabilistiche in Lombardia e Veneto, passando per il Villaggio Olimpico di Milano, l’elenco potrebbe essere lungo e fornire dati preoccupanti rispetto ai costi effettivi del grande evento.

Parliamo tra tutto di oltre 10-12 miliardi di opere a vario titolo necessarie o connesse ai Giochi invernali. E a questo proposito dobbiamo sempre tenere presente un altro elemento: nella suddivisione delle opere olimpiche incluse nel Piano nazionale degli interventi approvato dalla presidenza del Consiglio il 26 settembre 2022, le opere definite “essenziali-indifferibili” (cioè con consegna inderogabile entro dicembre 2025) riguardano meno del 13% del budget complessivo, mentre quelle “essenziali”, che pesano per oltre l’87% dell’ammontare, potranno essere realizzate anche solo per “stralci funzionali” – quindi la loro consegna reale si effettuerà a Olimpiadi concluse, rivelando la funzione di volano che anche questo Grande Evento svolge nel nostro modello nazionale di capitalismo predatorio.

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Case, tende e fondi speculativi

Lo abbiamo già accennato e lo ribadiamo: l’improvvisa attenzione di media e Istituzioni per la questione affitti è probabilmente dovuta alla crisi (irreversibile? Ce lo auguriamo) che sta attraversando il tradizionale mercato dei mutui e quindi una politica abitativa fondata sulla casa di proprietà e sulla mano invisibile del mercato. Se a livello europeo in Italia il potere d’acquisto è crollato molto più che altrove dal 1990 a oggi, mentre il prezzo dei mutui è aumentato nell’ultimo anno del 25/30% significa che la proprietà è di fatto inaccessibile, mentre la dinamica degli affitti – sia di mercato che nel patrimonio ERP – gioca al rialzo, seguendo e alimentando le dinamiche imposte dai grandi player immobiliari della turistificazione e finanziarizzazione delle città.

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