La città e i movimenti. Per riprendere una parola critica e di lotta su Milano

Iniziamo oggi la pubblicazione di un “longform” a puntate dedicato a Milano che vuole analizzare la situazione attuale della metropoli, dal punto di vista del Diritto alla Città e del Diritto all’Abitare, e contribuire al confronto e allo sviluppo di percorsi di critica e di lotta politica nella città proiettata verso le Olimpiadi 2026.

PRIMA PUNTATA: INTRODUZIONE

Le cronache milanesi degli ultimi mesi parlano di “terremoto sulla gestione dell’urbanistica a Milano”, di fine o crisi del “modello Milano”; di colpo media e opinione pubblica nazionale hanno scoperto e messo al centro della critica lo sviluppo urbanistico e il modello di città che la metropoli meneghina esprime da due decenni a questa parte. Ad alimentare analisi e approfondimenti sono state le numerose inchieste giudiziarie che da fine 2023 stanno mettendo il naso in decine di pratiche urbanistiche, si parla di 150 progetti o cantieri sotto la lente di ingrandimento, a seguito di alcuni esposti di comitati di abitanti. Al centro delle contestazioni un modello di gestire il territorio e di applicazione delle norme urbanistiche che ha consentito abusi edilizi e violazioni di regole e leggi di ogni tipo: uso delle autocertificazioni per avviare lavori di ristrutturazione di edifici che diventano grattacieli di 10 piani, aggiramento degli oneri di urbanizzazione peraltro già irrisori, utilizzo di bonus volumetrici e procedure di perequazione per edificare aree a valore scambiandole con altre edificabili ma in posti impraticabili, scambi di aree attraverso società ad hoc, indici volumetrici che sfondano i limiti non certo contenuti del Piano di Governo del Territorio.

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Lo sport e la città. Cosa c’entra MilanoSport con tutt* noi

Il 18 aprile 2024 il Consiglio Comunale di Milano ha approvato le modifiche statutarie di MilanoSport, che mutano in maniera sostanziale la natura e il raggio operativo della controllata da Palazzo Marino, divenuta Società Sportiva dilettantesca. Si tratta della  risposta locale alla recente riforma dello Sport, i cui effetti quanto meno complicavano la gestione di impianti da parte di una semplice Spa (da cui la necessità di divenire SSD Spa). Di conseguenza, oggi MilanoSport SSD Spa potrà, in qualità di datore di lavoro sportivo, gestire direttamente i contratti di lavoro con quella categoria giuridicamente nata in sede di riforma dello sport, ovvero il lavoratore sportivo. Prima di provare a delineare gli effetti di questa riforma statutaria, va considerato come questo passaggio in sostanza evita (per quanto per alcuni solo temporaneamente) lo smantellamento degli impianti sportivi di proprietà comunale, auspicato da una parte della città che lucra sull’attività ginnica a costi a volte irragionevoli in strutture che sembrano più dei villaggi vacanza che dei centri sportivi. Non è un caso che una parte del consiglio comunale si sia posta in maniera per lo meno scettica dinanzi a questa trasformazione, tirando in ballo i costi dell’operazione e la non competenza della partecipata rispetto alla gestione diretta delle attività, proprio per sostenere le istanze del privato già egemone nel settore. Allo stesso tempo, questa scialuppa di salvataggio può divenire un modo per procedere ad uno smantellamento più razionale del patrimonio di impianti sportivi della città, mercato non certo in espansione in questa fase e su cui i privati potrebbero essere interessati a investire solamente se tutelati nelle eventuali perdite dal pubblico – come da tradizione nazionale.

Al netto di queste preliminari considerazioni cosa sta quindi accadendo? 

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Le opere e i giorni. Appunti sullo stato della devastazione olimpica 

La propaganda, il consenso

Nella vicina Francia, soprattutto a Parigi, crescono le proteste nei confronti del Giochi Olimpici che inizieranno a luglio e delle previste Olimpiadi invernali 2030; in particolare, il mese di maggio ha previsto numerose mobilitazioni e iniziative, da Marsiglia alla capitale, passando per le regioni alpine del sud-est. Parallelamente, invece, da noi l’operazione Milano-Cortina 2026 prosegue tra le difficoltà del proprio apparato tecnico-politico e le denunce da parte di comitati e reti delle aree interessate – dal Comitato Insostenibili Olimpiadi – C.I.O. milanese di cui anche noi facciamo parte al Bellunese e Cortina, passando per le opposizioni anche istituzionali in Valtellina e le mobilitazioni di movimento a Venezia.

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Dietro le quinte del (film sul) grande evento

Il dietro le quinte della passeggiata cinematografica nei quartieri di Milano interessati dalle Olimpiadi

In avvicinamento alle giornate di mobilitazione diffuse contro il grande evento Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026, Cine SenzaForum e Off Topic hanno proposto, insieme a Caucaso Factory, due giornate di laboratorio cinematografico sui temi dell’impatto dei Mega Eventi su territori e popolazioni locali. 

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10.2 | h15 piazza Lodi | Corteo: dalla montagna alla città, Olimpiadi insostenibili

Dopo la partecipatissima assemblea di sabato 20 gennaio a Piano Terra, dove più di un centinaio di persone si sono ritrovate da mezza Italia per confrontarsi e discutere sulle iniziative, singole e comuni, di lotta, il Comitato Insostenibili Olimpiadi lancia per il 10 febbraio il corteo “Milano-Cortina 2026: dalla montagna alla città, Olimpiadi insostenibili” con partenza ore 15 da piazza Lodi a Milano.

Il 6 febbraio 2026 inizieranno le Olimpiadi Milano-Cortina, i Giochi invernali più insostenibili di sempre: a due anni dall’inaugurazione del mega-evento, diversi territori dell’Alta Italia si mobilitano in una settimana di iniziative per incepparne la macchina già in crisi per malagestione e denunciare danni ed effetti negativi cui sin da ora stiamo assistendo sui 400 km interessati di arco alpino e pianura. Abbiamo un’altra idea di città e montagna, liberiamo lo spazio urbano e le terre alte da privatizzazione ed estrattivismo.

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