Milano è sempre più un eventificio, una macchina per attrarre turisti e investimenti e competere nel mercato delle metropoli globali; un mercato governato dalle regole della finanza e in cui il vivere le città diventa oggetto di interesse per i nuovi padroni di Milano solo nella misura in cui le persone contribuiscono a generare valore o profitti con il loro stile di vita o con i loro dati. In questa terza puntata approfondiremo questi aspetti e proveremo a identificare chi sono oggi i dominus della città.
LA CITTA’ CON PIU’ “WEEKS” CHE SETTIMANE
Dopo la crisi degli anni ’80 e ’90, legata al processo di deindustrializzazione e di fronte alla necessità di reinventarsi un ruolo nel contesto delle metropoli globali e di rilanciare quello di “capitale economico-finanziaria” del Paese, a cavallo del millennio, sulla spinta dei processi e delle dinamiche descritte nel precedente paragrafo, Milano imbocca la direttrice di sviluppo che senza soluzione di continuità conduce ai giorni nostri. Il blocco di potere economico-finanziario e politico uscito da Tangentopoli cavalca l’onda imperante e traccia le linee di guida per il rilancio della città: a finanza, design e moda che erano già tra i punti forti dell’economia e dell’immagine della città e che aumentano comunque il loro peso anche sul piano internazionale, se ne affiancano di nuove e altre si trasformano. La nuova Malpensa per contendere a Roma, ma non solo, il ruolo di hub aeroportuale e quindi anche di snodo per i flussi turistici. Lo sviluppo della GDO e, soprattutto, della logistica, che Milano scarica anche sui territori circostanti. La nascita di nuove Università, Bicocca, e lo sviluppo di nuovi poli da parte di quelle già esistenti, contribuisce ad aumentare la ricettività anche di studenti fuori sede. Le tecnologie digitali per investire sulla smart city futura e trarre il massimo beneficio dall’economia delle piattaforme. Il passaggio dal modello Fiera alla città evento, prima lentamente con la timida candidatura alle Olimpiadi del 2000, poi in maniera sempre più frenetica, parallelamente allo sviluppo del sistema fieristico e del polo esterno a Rho, che ha portato, prima ai Saloni del Mobile e a Expo2015, poi all’apice raggiunto da Sala e dal concetto di città prodotto da vendere e vivere h24 per 365 giorni all’anno, alle weeks sempre più debordanti e alle Olimpiadi 2026. Il lancio di una nuova vocazione turistica della città, al di là appunto degli eventi, che punta sullo shopping di lusso e non solo e, parallelamente, di caratterizzarsi come città universitaria per studenti fuori sede. Tutto questo aveva e ha una funzione, quella di mantenere alta l’attrattività della città per gli investitori, meglio se internazionali, rispetto allo sviluppo immobiliare e ad alimentare un’offerta che vada al di là dei bisogni abitativi della città, anzi spesso in direzione contraria agli stessi.
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