Sicurezza e sviluppo immobiliare: le mani e gli occhi dei privati sulle pratiche comunali

Sicurezza e sviluppo immobiliare, dalla legge 81 del 1993 in avanti, sono divenuti i due assi su cui poggia pressoché ogni esecutivo locale. Il Comune di Milano non è da meno e nelle ultime settimane ne abbiamo avuto abbondante conferma.

Rispetto alla sicurezza, non si intende ovviamente la sicurezza stradale, nei cantieri, sui luoghi di lavoro, non ci si riferisce alla tutela dell’aria e dell’ambiente che ci ospita: la sicurezza è sempre intesa come ambito in cui attraverso un sistema di controllo pervasivo e diffuso capillarmente, divoratore di risorse pubbliche, si attenua la percezione di insicurezza della cittadinanza dovuta in parte a fenomeni realmente presenti ed in parte alla canea mediatica composta da notizie ed approfondimenti rivolti esclusivamente alla cronaca nera.

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Dalla montagna alla città: giochi insostenibili

Avevamo dichiarato che in occasione del World Congress for Climate Justice (WCCJ) sarebbe stata rotta la “pax olimpica”: così è stato. Insieme a più di 500 attivist* dell’Assemblea Metropolitana “Giochi Insostenibili” e internazionali dei movimenti ecologisti presenti in città per il Congresso, ci siamo ripres* in maniera spontanea, gioiosa,e determinata, a piedi e in bicicletta, le trafficate e  inquinate strade di Milano. Siamo partit* in corteo dall’Università Statale, luogo dove si è svolto il WCCJ, e ci siamo dirett* su Corso di Porta Romana, Corso Lodi, con cartelli, striscioni e cori che raccontavano le molte lotte, di Italia e del mondo, che negli ultimi giorni si sono incontrate. Il corteo è poi arrivato nel luogo simbolo  del “modello Milano” in ambito di sviluppo urbano e centro delle prossime Olimpiadi 2026: lo Scalo Romana, dove al suo interno sorgerà appunto il Villaggio Olimpico.

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13.10 | Giochi insostenibili: assemblea-critical mass contro le Olimpiadi Invernali 2026

Venerdì 13 ottobre, nel secondo giorno del World Congress for Climate Justice, l’assemblea metropolitana milanese Giochi Insostenibili chiama alla mobilitazione e alla discussione pubblica sulle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026: il prossimo grande evento del saccheggio e della insostenibilità, sociale e ambientale.
Appuntamento ore 17 all’Università Statale di Milano, in bici e a piedi: perché il cambiamento climatico non è un gioco, perché le Olimpiadi sono paradigma di un modello di sviluppo ecocida, per rivendicare un altro modello di città.

Info: olimpiadi@anche.no

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Sabato 9/9 h21 dibattito su Olimpiadi 2026 Milano-Cortina @VeniceClimateCamp

Sabato 9 settembre saremo a Venezia, dove all’interno del Venice Climate Camp, parteciperemo al dibattito “Milano-Cortina 2026 : le Olimpiadi dell’insostenibilità”, che avrà luogo alle ore 21 e che vedrà la presenza, oltre che nostra, di Letizia Molinari di Saccage 24 (collettività parigina attiva contro i Giochi di Parigi 2024) e Luigi Casanova di Mountain Wilderness Italia. Al centro dell’incontro la costruzione di un ambito di opposizione sociale e politica diffusa sui territori che metta al centro la critica ai Giochi Invernali 2026, all’insostenibilità del grande evento nell’attuale fase di crisi climatica e ambientale del Pianeta, al loro impatto sui territori, su casse pubbliche e beni comuni e sul piano sociale. I temi del dibattito saranno anche al centro dell’assemblea plenaria che domenica 10 concluderà il Venice Climate Camp.

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Dallo sgombero di Via Esterle al conflitto unitario per il Diritto all’Abitare

Lo sgombero dell’occupazione di via Esterle (gli ex bagni pubblici liberati dall’abbandono 6 anni fa da parte prevalentemente di lavoratori/lavoratrici migranti) rappresenta un’ulteriore dimostrazione di cosa significhi il diritto alla casa nella città di Milano.

“Capitale economica” del Paese, certo, cresciuta con il mito del “rinascimento” post-industriale riuscito (dove altre città hanno fallito, vedi Torino, specchio negativo per i governanti meneghini) grazie alla transizione verso terziario, servizi, immobiliare di lusso e architettura d’avanguardia Una grande operazione di marketing, facilitata anche da una finanziarizzazione del mattone senza eguali in Italia (agevolata anche dalla condizione di “paradiso fiscale” de facto per i grandi costruttori e investitori del real estate, considerando il record milanese degli oneri di urbanizzazione più bassi d’Italia), che ha più che altro cercato di “nascondere sotto il tappeto il segreto di laboratorio della produzione” – avrebbe detto qualcuno. 

Già perchè produzione, lavoro manuale, sottoccupazione stagionale, precariato di massa dequalificato, lavoro di cura, logistica e persino manodopera industriale continuano a essere le colonne portanti di quel modello Milano che ignora di tenere nel suo ventre 200mila circa lavoratori/lavoratrici migranti che rappresentano la base più povera di quel working poor che proprio in via Esterle è stato attaccato ed espulso dalla città (salvo continuare a essere richiesta la propria manovalanza).

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