Un crudo elenco, accompagnato da marcetta funebre, di dati dei valori immobiliari a Milano a inizio 2021: il calo degli affitti di alcune aree (-15/20%), l’aumento di disponibilità di alloggi in città (+231%), i prezzi di vendita al mq praticamente rimasti bloccati, la concentrazione della proprietà immobiliare – il 59% della è nelle mani del 20% di famiglie più abbienti. E poi la crisi abitativa ed ecologica, acuita da consumo di suolo e aumento densità di edificazione, su cui davvero Milano non si ferma. Giunti al secondo anno di crisi pandemica possiamo affermare che il potere del mattone nel capoluogo lombardo sembra essere più forte della crisi economica e sociale causata dal Covid-19.
Leggi tutto “Fuori Fase – 09 – finanza, mattone e abitare pt. 1”Fuori Fase – 09 – DataVeillance City
Benvenut_ a una nuova puntata: dalla Silicon Valley ai nuovi quartieri smart di Milano, dal distretto MIND fino ai nostri corpi che attraversano la città – e vi si ribellano:
Le musiche sono di Le Gros Ballon e il podcast è realizzato dal collettivo politico Offtopic. Si ringraziano Dan, hackattivista del collettivo Unit e Laura Carrer, ricercatrice Hermes Center for Transparency and human Rights / giornalista freelance
In un’epoca in cui le città si estendono in egual misura nello spazio materiale e in quello digitale, è importante conoscere le ricadute sulle nostre vite delle azioni che svolgiamo quotidianamente nell’attraversare la città virtuale. Durante il corso di una giornata siamo costantemente connessi a internet: non solo ricerche su Google e condivisioni di informazioni attraverso i social network, da quando ci svegliamo a quando andiamo a letto utilizziamo sveglie, mappe, contapassi, programmi per ascoltare musica o fare conferenze online, app per fare nuove conoscenze, per fare acquisti, controllare l’andamento del ciclo mestruale o praticare sport.
Leggi tutto “Fuori Fase – 09 – DataVeillance City”Fuori Fase – 08 – che aria respiriamo: inquinamento, emergenza e covid
L’epidemia di Covid-19 ha fatto esplodere una emergenza sanitaria latente da molto tempo e che ha le sue radici anche nella qualità dell’aria che respiriamo, in particolare nella pianura padana e nella metropoli lombarda. Il discorso ecologico urbano è un fenomeno complesso che coinvolge una vasta rete di attori, eventi, tecnologie, etc che si influenzano tra di loro. Ma la propaganda comunicativa prova ad esaltare solo una piccola parte ed automaticamente a nasconderne un’altra o a considerarla sconnessa come se non facesse parte dello stesso fenomeno.
Leggi tutto “Fuori Fase – 08 – che aria respiriamo: inquinamento, emergenza e covid”Fuori Fase – 07 – openpod e altre libertà
Durante il lockdown abbiamo avuto l’occasione, tramite la campagna Non Lasciamoci Disassembrare (NLD) di ragionare sul rapporto tra tecnologia, emergenza e sorveglianza. Contemporaneamente abbiamo riscoperto la radio (web) e il podcast come mezzo per comunicare e farci ascoltare dando vita a Fuori Fase. Con NLD volevamo decostruire il discorso imperante di una tecnologia digitale oggettiva, neutrale e salvifica mettendo insieme una cassetta degli attrezzi che contiene una serie di strumenti, con OpenPod abbiamo provato – insieme ad altr_ compagn_ e collettivi – a fare un passo in più e creare noi uno degli attrezzi della nostra cassetta: si tratta un network o una community di contenuti autoprodotti, che tenta di dare al podcast una dimensione più libera e conviviale.
Leggi tutto “Fuori Fase – 07 – openpod e altre libertà”Fuori Fase – 06 – scuole e covid
Viviamo in uno strano paese, in cui l’educazione viene considerata una opzione sacrificabile da opinione pubblica e governanti, mentre quello di chi ci lavora non è considerato, appunto, lavoro, ma attività genericamente intesa. Eppure, dall’infanzia all’istruzione superiore, il sistema educativo nazionale è garanzia di eguaglianza, sociale e tra i generi, linea di resistenza per soggetti e territori deprivati, possibilità di emancipazione nonostante la fine della mitologica “scala sociale”. Siamo rimasti incastrati nell’alternativa tra una apertura, parziale e discontinua, più funzionale al marketing politico che al diritto all’istruzione, priva di investimenti in sicurezza, strutture e risorse; e una chiusura considerata obbligata perché “la scuola è veicolo di contagio”, rimodulabile online. Ma entrambe le posizioni giustificano di fatto uno status quo che nega al contempo il diritto all’istruzione per i minori e la sicurezza sul luogo di lavoro per insegnanti, educatrici, operatori ATA, personale tecnico e amministrativo.
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