Questa via d’acqua non s’ha da fare..

I colori dell’autunno sono già vivaci, sugli alberi del Parco di Trenno, quando in un giorno di ottobre, come funghi, sui suoi prati spuntano le prime cantierizzazioni per quella che dovrà diventare la Via d’Acqua per Expo2015. Inaspettata e inattesa per molti (non per chi come noi denuncia da mesi inutilità, costi e devastazioni dell’opera – vedi qui gli approfondimenti del caso:

Quartieri impermeabili alla via d’acqua | ExpoPolis | Glossario sulla via d’acqua | Sole 24ore

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La comparsa delle recinzioni provoca l’immediata reazione degli abitanti della zona e dei numerosi milanesi che abitualmente passano le loro giornate sui prati del Parco Trenno, tra partite a pallone, pic nic, relax e passeggio. Come già accaduto al Parco Cave e al q.re Gallaratese, per il Parco Pertini, non si capisce perché si debba distruggere aree verdi apprezzate e vissute da migliaia di persone ogni anno, per realizzare un canale di cui pochi sanno senso e dettagli. Leggi tutto “Questa via d’acqua non s’ha da fare..”

L’eccellenza nell’era della città vetrina | vol.2

Lo Spazio Forma

Nel frattempo altri pezzi di città, prevalentemente di proprietà pubblica, attendono la scure della legge di stabilità, o meglio la sua declinazione a livello territoriale. Così un palazzo di proprietà ATM, società messa alle strette dai tagli drastici del Comune di Milano, diventa il secondo caso metropolitano scottante: la chiusura di Spazio Forma. La notizia è stata comunicata giovedì 17 Ottobre durante una conferenza stampa presso i ben noti locali in Piazza Tito Lucrezio Caro, da Roberto Koch, presidente di Fondazione Forma: la nuova sede diverrà l’Open Care in Via G.B. Piranesi 10. Nei nuovi locali verranno ospitati gli uffici, gli archivi affidati alla gestione della Fondazione, tra cui quello di Gianni Berengo Gardin, una libreria ed una sola parete dedicata all’esposizione di fotografie.

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L’arcinoto Spazio Forma è (presto utilizzeremo il passato) un luogo nel suo genere unico a livello nazionale: l’unico spazio dedicato interamente alla fotografia, l’arte dell’era della riproducibilità tecnica che da sempre soffre complessi d’inferiorità rispetto alle altre discipline artistiche ma che nel Novecento si è imposta come forma d’arte autonoma. Anche se in questa città se non sei un fotografo di moda ormai sei uno sfigato e se invece lo sei la precarietà non ti abbandonerà fino a che non entri quanto meno nel limbo delle star (non più di una ventina di posti a sedere). Leggi tutto “L’eccellenza nell’era della città vetrina | vol.2”

L’eccellenza nell’era della città vetrina | vol.1

Nella Lombardia dell’era Formigoni il marketing politico era dominato da un tormentone: l’eccellenza. L’eccellenza lombarda nella sanità pontificata mentre il San Raffaele e l’eccellente Fondazione Maugeri si sbriciolavano come neve al sole travolti da debito e corruzione. Mentre il Santa Rita veniva conosciuta in tutto il mondo come “clinica degli orrori”. Finito il regno del Celeste, l’eccellenza continua a dominare lo scenario dei buoni propositi della governo della metropoli nel pre Expo 2015. L’intervista tipo del politico di turno non può non tirare in ballo l’eccellenza lombarda: “nell’agroalimentare, nell’industria….forse è meglio dire nell’artigianato….e poi la moda si! Questa l’ho detta giusta. Beh, forse è meglio non entrare nel dettaglio: l’eccellenza, basta la parola!”

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Meriterebbe in proposito un lungo capitolo la questione dell’agroalimentare nell’evento che nutre il pianeta asfaltando i terreni agricoli, ci soffermeremo invece, almeno inizialmente, sul prodotto culturale di questa città, prodotto che in vista del mega-evento giocherà ovviamente un ruolo fondamentale (chi altro se non la produzione culturale può veicolare il messaggio “expista” volto a salvare il mondo?). In particolare vi parleremo di alcuni casi emersi nell’ultimo mese ben esemplificativi del livello d’eccellenza che la cultura istituzionale riesce a produrre.

La Scala

Reduce dalla tournee dei record in Giappone, il 30 settembre coro e orchestra della Scala scrivono una lettera al sindaco nonché presidente della Fondazione Scala Giuliano Pisapia. Leggi tutto “L’eccellenza nell’era della città vetrina | vol.1”

#19O: tornare ad avere un peso politico

Non è stata una sfilata, né una passeggiata: è stato un corteo compatto, duro e deciso, in cui il corpo militante si è felicemente sciolto nella grande varietà ed eterogeneità dei percorsi e delle lotte presenti in piazza. La due giorni di mobilitazione nazionale non è stata una testimonianza, ma una precisa dichiarazione di protesta e di rappresentanza: precari, disoccupati, immigrati, comitati e movimenti per la casa e di difesa territoriale (No Tav, No Muos, No Expo e le sigle minori); il sindacalismo di base e parte di quel mondo del lavoro operaio tradito dai confederali (in prima fila, l’Ilva).

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50, 80 o 100 mila in piazza sabato, importa fino ad un certo punto (sebbene i numeri abbiano ampiamente superato le previsioni più ottimistiche della vigilia): i percorsi presenti che hanno gridato la propria rabbia e la propria storia, incontrandosi e rimanendo compatti cordone dopo cordone, anche nei momenti di maggiore tensione, a significato della propria volontà di organizzazione, non erano riconducibili alla sola galassia dell’antagonismo e dei centri sociali: erano una parte attiva, ma estesa, di popolazione che ha accettato di raccogliersi su parole d’ordine radicali e di sfidare il terrorismo mediatico e politico dei giorni precedenti. Leggi tutto “#19O: tornare ad avere un peso politico”