Contact tracing e fase 2: il grande assente è la sanità pubblica
L’idea che ci siano strumenti che funzionino sempre per tutti e tutte, ovunque, che non richiedano conoscenze o infrastrutture aggiuntive, che siano equi e giusti e che proteggano la privacy degli utenti in ogni momento, è una favola che ancora non è diventata realtà. Questo il suggerimento che ci arriva dall’ONG Tactical Tech in un lungo articolo che significativamente è intitolato Technology is stupid – cui aggiungono anche il necessario corollario relativo al fatto che, sebbene sia stupida, tuttavia non è mai neutrale: dipende da chi la crea, da chi la utilizza e soprattutto dal contesto socio economico in cui è inserita.
Il dibattito di questi giorni riguarda l’app di contact tracing finalmente annunciata dal governo – o meglio dal Commissario per l’emergenza – ignora questo assunto di base, partendo invece dal presupposto che la tecnologia possa essere l’elemento centrale nel contenimento e nel futuro debellamento dell’epidemia di Covid-19. Una specifica narrazione pubblica a sostegno è stata costruita fin dai primi giorni dell’emergenza, quando si riportavano esempi di paesi che, nel rispetto degli assunti liberali e della privacy, erano riusciti a tenere basso il numero di contagi e decessi proprio grazie a un’azione integrata al cui centro vi erano i mezzi offerti dal digitale per risolvere il principale enigma di ogni epidemia: la ricostruzione dei contagi passati e la previsione di quelli futuri, per poter eliminare il principale veicolo tramite cui il virus cresce e prolifera – appunto, il contatto sociale e la vicinanza dei corpi. Eppure, con un misto di distorsione della realtà – il “modello Corea del Sud”, il “modello Singapore”: descrizioni più figlie dello storytelling piuttosto che dell’evidenza scientifica e sociologica – e di linguaggio neo-clericale – il padroneggiamento del discorso tecnologico, come quello economico, è prerogativa e privilegio dei tecnici, il nuovo clero appunto, a cui ci affidiamo nella garanzia che la nostra sfera individuale sia protetta – come abbiamo già evidenziato i grandi assenti sono la sfera sociale e politica.
Un’applicazione di tracciamento contatti in un progetto di contenimento epidemiologico risulta efficace o meno a seconda del contesto in cui si trova a operare: che farsene dei dati raccolti? A servizio di quale modello di cura e sanità vengono utilizzati? Di quale ecosistema e cultura di salute pubblica diventano elementi?
Leggi tutto “Una app non ci salverà: tracciamo i contatti per ritracciare la rotta”