Fase 2: ovvero, assalto alla diligenza

Preambolo

2020. Era Covid. La fase 1 è finita. L’economia arranca. Nell’impresa di far ripartire tutto senza ricostruire nulla, con l’intento di perseverare sulla strada della disuguaglianza sociale, dei doveri in entrata e dei diritti in uscita, un manipolo di politici prepara la più grossa diligenza carica di ori e di denari dai tempi della trilogia del dollaro. Quelli filmici. Come ai tempi, nel tragitto questa diligenza è stata presa d’assalto: lo scontro è stato cruento, gli esiti li descriveremo in quest’approfondimento che parte da un fatto, passato inosservato in un’epoca in cui l’esposizione mediatica pare direttamente proporzionale all’ignoranza messa in scena.

Leggi tutto “Fase 2: ovvero, assalto alla diligenza”

Fuori Fase – 01 – epidemia e rendita

Come è stata gestita l’emergenza, nei suoi diversi aspetti? Quali sono state le conseguenze della pandemia, a livello economico e sociale? Con oggi lanciamo il primo di una serie di contributi audio, frutto degli incontri e degli scambi realizzati lungo la quarantena e i lunghi mesi di lockdown, per riflettere sui cambiamenti che l’epidemia – intesa come fenomeno sociale – ha imposto su una serie di aspetti strutturali del nostro tempo. “Fuori Fase” lo abbiamo chiamato: appunti per riscrivere il crono-programma dell’emergenza e del dopo-Covid da qui ai prossimi mesi.

Leggi tutto “Fuori Fase – 01 – epidemia e rendita”

“Non c’è niente di certo al mondo tranne la morte e le tasse”

Il valzer dei dati su contagi da CoVid-19 e tamponi continua ad essere oggetto di discussione giornaliero, ma su quelle cifre sono ormai chiare alcune cose:

  1. Sono dati parziali
  2. Dipendono direttamente dalle strategie attuate dalle diverse regioni
  3. Non danno voce al reale impatto sulla popolazione
  4. La scarsa cultura sul dato da parte dei politici non aiuta a comprendere il fenomeno
  5. La comunicazione del dato è a tutti gli effetti un oggetto politico

C’è tuttavia un dato certo, il più crudo, che racconta meglio di altri il pesante lascito della #fase1: il numero dei decessi. A Milano, secondo l’ISTAT, se prendiamo in considerazione i dati dal 20 Febbraio (primo contagio ufficiale italiano) al 15 Aprile ci sono stati 3464 decessi totali (non solo CoVid19). Nello stesso periodo tra il 2015 e il 2019 la media era stata di 2227. Un aumento di 1237 decessi ovvero il 55% in più. Il picco è stato a Marzo e considerando che i dati di Aprile sono ancora parziali la situazione apparirà sicuramente anche peggiore quando potremo guardarla nella sua interezza.

La particolarità di questo dato è che, seppur non individuando il numero di decessi esclusivo per CoVid-19, rende l’idea della portata del fenomeno. Inoltre è un dato che era a disposizione di tutti i livelli amministrativi, anche della giunta Comunale di Beppe Sala.

Leggi tutto ““Non c’è niente di certo al mondo tranne la morte e le tasse””

Ora a casa restateci voi! – Una campagna sulla gestione dell’emergenza Covid in Lombardia

Da oggi parte la campagna “Ora a casa restateci voi”  per chiedere le dimissioni dirette della giunta Fontana dopo la gestione disastrosa dell’epidemia in Lombardia (di cui abbiamo già avuto modo di parlare anche noi in diversi approfondimenti in questi due mesi). Consapevoli che le responsabilità del disastro non si fermano alla Regione ma sono molto più profonde e coinvolgono anche importanti pezzi del governo, del Comune di Milano, di Confindustria e Confcommercio, convinti che la soluzione non sia il commissariamento ma la fine di questa classe tecnico-politica, sosteniamo l’appello per iniziare a farla finita con i signori verde-nero-azzurri della destra lombarda.

Questo è il testo di lancio:

Con l’evoluzione del contagio e dei decessi per Covid-19, da febbraio in avanti, abbiamo visto frantumarsi il mito dell’eccellenza sanitaria lombarda, un mito che si è basato per molti anni sulla privatizzazione del servizio sanitario a discapito della sanità pubblica e territoriale.
La Lombardia è la regione che ha creato un mercato sanitario nel quale l’offerta di servizi da parte di soggetti privati era di fatto equiparata a quelli pubblici. Dal decreto legislativo 502/92, che trasforma le Usl in aziende, sino alla riforma del titolo V della Costituzione, che attribuisce nuovi poteri e autonomia alle Regioni, passando per la riforma Bindi del 1999 e la legge 133, che lascia alle Regioni il compito di finanziare direttamente la sanità, in Lombardia il peso del privato accreditato è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi 25 anni, favorendo lo spostamento sul privato della maggior parte delle prestazioni non urgenti e delle strutture di ricovero ordinario mentre gli ospedali pubblici sono stati accorpati, chiusi o fortemente ridimensionati.

Leggi tutto “Ora a casa restateci voi! – Una campagna sulla gestione dell’emergenza Covid in Lombardia”

Oltre il reddito di quarantena. Un dialogo con Andrea Fumagalli

Nonostante stia prendendo forma un Primo maggio in quarantena, senza cortei o parade, una delle principali rivendicazioni, forse la principale rivendicazione della Mayday Parade, ovvero il basic income, sta scoprendo una nuova popolarità. Sull’endorsement rispetto alla misura, abbastanza clamoroso, di Mario Draghi e sulla proposta dell’helicopter money, Andrea Fumagalli ha già recentemente parlato[1], proponendo la recente versione di Hong Kong come migliorativa rispetto alla vecchia suggestione dei Chicago Boys. Sul reddito di quarantena, rivendicazione emersa recentemente, in particolare dal sindacalismo di base, per creare le condizioni di una chiusura delle attività produttive affiancandovi tutele importanti ai lavoratori, si è ragionato sul fatto che possa essere un utile strumento per rimodulare sia il welfare del paese sia la conformazione della produzione sulla base dei differenti bisogni che emergeranno[2]. Quel che non ci è chiaro è, però, qual è la leva attraverso cui queste istanze possano prender forma, considerate le difficoltà emerse nelle diverse sedi: europea, nazionale, regionale e comunale.

Leggi tutto “Oltre il reddito di quarantena. Un dialogo con Andrea Fumagalli”