Nel dibattito su Macao ci sono tutte le ragioni del conflitto con la città-evento e i “falsi amici” del Movimento

Nelle ultime due settimane si è scatenato un dibattito pubblico a Milano alla notizia che nell’ex Macello di viale Molise dove è stato di casa Macao per un decennio (2013-23) si sarebbe tenuto l’ennesimo micro-evento di uno degli eventi per definizione della città-evento – la Design Week. In particolare, una “riattivazione”, come si usa nella neo-lingua dei gentrificatori, denominata Vocla e organizzata da Alcova – una piattaforma di design fondata  da Joseph Grima e Valentina Ciuffi – per, citiamo testualmente: “insinuarsi nella ex cattedrale per eccellenza della sottocultura milanese, il più affascinante degli spazi dell’ex macello, con un’operazione di overexploitation di tutto quello che da questa settimana si può prendere senza mai più restituire. L’allestimento di design qui cambia forma per assumere quella di un bar venduto alla milanesità come “piattaforma di social gathering”, con food&drink curati da Yapa, mentre dell’atmosfera sonora si prende cura Radio Raheem. L’accesso è libero secondo capacità”. Ma la capacità di spesa limita chi potrà godere della food experience da 130 euro a persona, su prenotazione.

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Stadio San Siro: lo scontro è tra Città pubblica e speculazione finanziaria

Era l’ottobre 2016 quando con altre realtà della periferia ovest demmo vita a Trotto Bene Comune provando a difendere le storiche ex scuderie e la pista del Trotto dalle mire speculative di Hines e Axa che, nel 2017, presentarono il masterplan con cui la proprietà dava seguito alla Determina Dirigenziale nr. 13 del 14 maggio 2014, Protocollo Generale nr. 319988/2014 (direttore di settore l’attuale assessore Tancredi, assessora all’ urbanistica Ada Lucia De Cesaris e nessun voto degli organi politici comunali, Giunta Pisapia) mutò la destinazione delle aree prevista dal PGT, consentendone l’edificazione e la conseguente valorizzazione fondiaria. 

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10.04 / Presentazione de “Il tipografo” – rassegna “Anni Plumbei”

Giovedì 10 aprile, terza iniziativa della rassegna “Anni plumbei. Anni plumbei. Ciclo di incontri su conflitto sociale e Stato dagli anni Sessanta al DDL 1660”. Presentazione e proiezione del documentario “Il tipografo” (Stefano Pasetto, 2022) con il saggista Paolo Persichetti ed Enrico Triaca, militante rivoluzionario e protagonista del film. In collaborazione con la Brigata Basaglia.

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6.04 / Proiezione di “Anni plumbei” di Margareth Von Trotta

All’interno dei ciclo Anni plumbei. Ciclo di incontri su conflitto sociale e Stato dagli anni Sessanta al DDL 1660 (https://www.offtopiclab.org/anni-plumbei/), domenica 6 aprile alle h20 proiettiamo a Piano Terra (via Confalonieri 3, Isola/Garibaldi) il film “Anni Plumbei” (1981) diretto da Margarethe von Trotta. In lingua originale con sottotitoli in Italiano.

Iniziativa in collaborazione con il CineSenzaForum di Piano Terra.

Solo il conflitto sociale salva Milano – e tutt* noi

Dopo mesi di rocamboleschi voltafaccia e piroette retoriche per difendere l’indifendibile, di fronte all’accusa più infamante di tutte per la classe politica, quella di corruzione, il sindaco Sala e il Partito democratico hanno infine deciso di abbandonare, in un trionfo di ipocrisia, la legge “Salva-Milano”. Infatti, è dai tempi del grande spettacolo (più mediatico che sostanziale) di Tangentopoli che nulla più della famosa “valigetta coi soldi” rappresenta l’incubo dei nostri governanti, in grado di compromettere carriere politiche e professionali nella pubblica amministrazione – molti più che il causare o peggiorare l’impoverimento di migliaia di persone. Ora, l’arresto dell’architetto ex direttore dello Sportello unico edilizia di Palazzo Marino e già vice-presidente della Commissione paesaggio, Giovanni Oggioni, per corruzione appunto, è riuscita dove non avevano potuto le opinioni illustri quali quelle di giuristi, urbanisti, architetti, oltre che le proteste dei comitati civici. Beppe Sala, Elly Schlein e giù a seguire fino alla destra leghista e meloniana, la grande coalizione che voleva con il “Salva Milano” non correggere e condonare, ma estendere all’intero Paese il modello di sviluppo urbano meneghino – considerato la “interpretazione autentica” della legge – hanno valutato “non esserci più le condizioni”. Non è chiaro per fare cosa: andare avanti con l’approvazione di una legge, ora collegata a una possibile pratica corruttiva, perché non più giustificabile; oppure per sostenere come universalmente valido il modo di amministrare la città dove contano unicamente le voci degli operatori privati?

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