Sabato 21 centocinquanta notav hanno manifestato per le vie di Torino. Non è un refuso. Parliamo del corteo delle 18, quello del carro bestiame partito da Milano (con appuntamento h10!) che ha raggiunto piazza Castello a Torino sotto la stessa pioggia che aveva accolto nel pomeriggio le migliaia di partecipanti alla marcia popolare. Lo spezzone “noexpo” è stato oggetto di una sistematica operazione di provocazione, rallentamento, psicodrammi da trasferta alle stazioni di Rho e Novara, che ci hanno impedito di partecipare alla manifestazione pomeridiana, ma alle 19 siamo usciti in ogni caso in corteo spontaneo dalla stazione di Porta Nuova per raggiungere la Cavallerizza accompagnati da una delegazione del Movimento.
Non è tempo di ripercorrere le tappe di una giornata descritta in dettaglio da diversi report (qui ne trovate uno). Qualche riga solo per segnalare che, per chi si batte contro il modello di grandi opere e grandi eventi, saldare la lotta al TAV e quella alle nocività di Expo 2015 è un fatto di attitudine. Dentro la privatizzazione delle ferrovie dello stato, dentro il ricatto posto alle regioni sui treni pendolari per investire sull’alta voracità, dentro l’ipoteca ad un servizio pubblico degno di questo nome, dentro l’affanno di chi teme il collegamento tra le lotte, ritroviamo le ragioni per cui non siamo riusciti ad arrivare non alla partenza ma neppure alla piazza conclusiva della manifestazione di sabato scorso.
Nel mezzo un intero pomeriggio segnato dal blocco di ore della tratta Milano-Torino, dalle baruffe tra ps e trenitalia, da treni cancellati, dal coraggio dei viaggiatori che hanno condiviso con noi la trasferta infinita. Un pomeriggio significativo che ci interroga su come riprenderci quel che ci spetta. Molti solidali ci hanno chiesto il motivo di tanta ostinazione (nostra e non solo), di certo i fatti di sabato devono interrogarci su come garantire a tutte e tutti il prossimo viaggio. Quello che resta è una manifestazione lunga un giorno intero e questo è positivo ma anche la vera e propria estorsione ai danni degli attivisti (da parte delle militarizzate ferrovie dello stato) per un corteo mai raggiunto, e questo va meno bene.
Convocare lo spezzone nello spazio pubblico della stazione, comunicare incessantemente le ragioni, l’ostilità, la saldatura, condividere ogni minuto di una giornata troppo lunga con pendolari e viaggiatori, chiarisce per noi la rivendicazione del diritto alla mobilità ad un prezzo equo, quindi dell’urgenza a manifestare il nostro sostegno ai NoTav di valle e di città.
Ci rivediamo presto nella Milano (No)Expo 2015
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