Giovedì 10 aprile, terza iniziativa della rassegna “Anni plumbei. Anni plumbei. Ciclo di incontri su conflitto sociale e Stato dagli anni Sessanta al DDL 1660”. Presentazione e proiezione del documentario “Il tipografo” (Stefano Pasetto, 2022) con il saggista Paolo Persichetti ed Enrico Triaca, militante rivoluzionario e protagonista del film. In collaborazione con la Brigata Basaglia.
La tortura ha sempre fatto parte della tradizione di “gestione” del conflitto e della sovversione da parte dello Stato, pratica innominabile e ignobile applicata da Forze dell’ordine e apparati speciali per piegare il “nemico” nel corpo e nella psiche. In Italia, la Repubblica non vi rinunciò, non solo mancando di sanzionarla a livello penale per decenni, ma legittimandone il ricorso sin dalle prime emergenze del dopoguerra e con uno speciale utilizzo nei confronti dei/delle militanti della lotta armata nella seconda metà degli anni ’70. Il trauma profondo non è rimasto indelebile solo sui corpi offesi, ma anche nell’inconscio e nella memoria collettive; non curato e senza giustizia, esso ha (de)formato la cultura di polizia, carabinieri e classe dirigente, causando la sopravvivenza della pratica della tortura fino al nostro presente (non solamente i fatti di Genova del 2001, ma anche la più recente mattanza durante la rivolta nelle carceri nella primavera del 2020 e la quotidiana violenza nei CPR-Lager di Stato). Attraverso la storia contenuta ne “Il tipografo”, affronteremo la memoria delle torture affiorate, non solo nei commissariati e nei locali clandestini dei corpi speciali antiterrorismo, ma anche a livello di massa nei “braccetti della morte” delle carceri speciali e delle sezioni penitenziarie istituite prima tramite l’articolo 90 e poi il famigerato 41bis.
Orari:
*h19:30: porte aperte e cena a prezzi popolari
*h21: inizio presentazione e proiezione
SINOSSI
Maggio 1978. Una settimana dopo il ritrovamento del corpo del Presidente del partito di governo, Aldo Moro, il tipografo delle Brigate Rosse, E.T., viene arrestato e torturato. All’oscuro dei progetti concreti della colonna, e pur non avendo mai usato un’arma, viene condannato a 30 anni di prigione (poi ridotti a 15), più sedici mesi per calunnia, avendo denunciato la tortura subita. Trent’anni dopo, il Tribunale di Perugia riesamina la condanna e lo scagiona dalla calunnia, confermando l’avvenuta tortura.
Gennaio 1982. L’agente speciale D., partecipa ad una missione gloriosa: la liberazione del Generale USA J.L.Dozier. Neanche il tempo di celebrare le medaglie ricevute da Ronald Reagan in persona, che emergono le denunce per torture sui militanti BR. Ne seguirà un processo e condanne a vario titolo.
Nel 2011, il comandante del reparto, Salvatore Genova, confessa l’utilizzo delle tecniche di tortura e il mandato istituzionale. Oggi, raccogliamo la testimonianza dei due protagonisti, su fronti opposti, che rivivono e riconsiderano quelle scelte, una volta cadute le spinte ideologiche e cicatrizzate le ferite. Le due parabole umane si specchiano una nell’altra.