Expo2015 sarà ricordata, tra altre pessime idee, per un utilizzo disinvolto del “pink-washing”. We4Expo con le sue vestali del focolare e le ricette della nonna inventate, SocialGnock in Expogate, convegni omofobi in regione, geopolitica gayfriendly da bar nel sito espositivo o marketing di genere in via Sammartini..è questa la cifra stilistica di una città impreparata a prendere “di petto” il rispetto per i generi, le identità sessuali, i gusti. E noi, ad una settimana dalla manifestazione commerciale, ce ne andiamo a sostenere il noexpo pride!