Incrociamo i nostri ragionamenti degli ultimi mesi con Simone Pieranni, giornalista, esperto di Cina e autore di Red Mirror. Il nostro futuro si scrive in Cina (Editori Laterza 2020).
L’incontro avverrà online, tramite il nostro canale anti-tracking: https://www.offtopiclab.org/live/. Per chi proprio non ce la fa, sarà trasmesso anche sulla nostra pagina Facebook.
Durante i lunghi mesi della quarantena e del primo lockdown, quando non sembravamo avere alternativa a ridurre la nostra comunicazione e le nostre vite ai canali e i linguaggi decisi della Big Tech e dai signori della Silicon Valley, abbiamo lanciato la campagna/appello Non lasciamoci disassembrare: strumenti e non solo per resistere alla sorveglianza e alla vendita dei nostri doppi digitali, ma anche per sperimentare un modo di essere politicamente di parte nell’era della società-a-distanza.
Quello che abbiamo cercato di dire, osservando il presente stretto e richiamandoci a chi studia e critica da più tempo di noi i fenomeni di digitalizzazione e accelerazione forzata, è che se la pandemia è un contesto d’eccezione, le forme del capitalismo della sorveglianza sono invece sempre più parte del ciclo di riproduzione sociale e della nostra stessa vita. La critica all’utilizzo politico della tecnologia e alla cultura che questa tecnologia rappresenta è, ancora una volta e come già in altri momenti della storia, è una questione politica e pienamente parte di qualunque progetto di liberazione sociale.
Ma questa storia non è iniziata nel febbraio/marzo 2020, è un processo ormai in corso da anni e che ha avuto non solo in Occidente, ma soprattutto forse al suo opposto geografico per definizione, l’Estremo Oriente (la Cina in particolare) il campo di sviluppo e applicazione della nuova avanguardia tecnologica capitalista – e dei nuovi assetti sociali che la reggono e ne sono a loro volta trasformati.